sabato 22 dicembre 2018

CHI HA PAURA DI BABBO NATALE?



Da tempo si ripete la stessa storia. Qualche pastore,  una volta all’anno, dice la verità. Che Babbo Natale non esiste. Facendo piangere i bambini ed arrabbiare i fedeli.
Da dove viene quest’odio?
Le tre, cosiddette grandi, religioni monoteiste non amano la concorrenza.
Ciò che hanno fatto gli ebrei ai rivali lo possiamo leggere nella Bibbia. E l’epilogo di duemila anni di antisemitismo cristiano, sono stati i campi di sterminio. Quanto ai musulmani…  beh, quello che vorrebbero fare agli infedeli è sotto gli occhi di tutti.
Babbo Natale, invece, è l’unico che non fa distinzioni. E porta un sorriso ad ogni bambino. Di qualsiasi colore razza o appartenenza. Egli è il solo che non chiede devozione obbedienza preghiere, ma unicamente l’impegno ad essere più buoni. Le sue renne volano sulle ali della fratellanza e se, per qualche motivo, qualcuno pensa che non esista, elargisce regali anche a lui.
Nelle grandi distese dei ghiacci perenni, dove lui vive, non ci sono religioni, e ognuno prega come gli pare. L’unica regola è la laicità.
Un’idea forse troppo eversiva, per fanatici intolleranti.

giovedì 13 dicembre 2018

NADA ES VERDAD NI MENTIRA


Ora dunque, che il Papa abbia preso posizione contro le fake news, a me sembra una bella cosa.  Richiamare i fedeli al rispetto per la verità è stato un bel gesto. Averlo fatto poi dalla sede di un giornale romano, a diffusione nazionale, è stato ancora più ammirevole. In tempi come questi c’è bisogno di una voce forte e autorevole che tuoni contro la menzogna, la mistificazione, la ciarlataneria, la frode, la circonvenzione, l’imbroglio e l’impostura dilaganti. Fermare questa deriva è un imperativo morale inderogabile per qualsiasi persona di buona volontà. E sentire pronunciare queste parole da un uomo che decide il credo di miliardi di persone, non è stata per me una sorpresa. Anche perché, qualche mese prima, aveva ribadito l’esistenza di Satana. Non come simbologia della presenza del male, no. Ma come persona in carne ed ossa che cammina tra di noi. Che mangia, beve e ci saluta.
Quando per difendere la propria verità si sono macellate tra loro milioni di persone, dove trovare al mondo la saggezza, se non nella poesia?

«En este mundo traidor
 nada es verdad ni mentira
ma  todo es según el color
del cristal con que se mira»


Ramón de Campoamor. Poeta spagnolo.

martedì 4 dicembre 2018

PER FARE L'EUROPA



Su un volo di ritorno da Copenhagen, sono seduto accanto a un uomo che sta leggendo. Solo dopo l’atterraggio, stretti in attesa di scendere, mi rivolge la parola. È un tedesco che vive in Danimarca. I voli low cost costano poco, mi dice, ma ti offrono il servizio che paghi. Ne convengo. Ma quarant’anni prima, per un volo in Svezia, ricordo di aver sborsato, per due persone, circa ottocento euro. Oggi ci si può andare con cento. E la benzina, aggiunge lui, costava molto meno. Quanto ci hanno guadagnato?
Poi mi racconta che va a Bologna. A trovare un amico malato che conosce da cinquant’anni e che parla solo italiano. Lui, invece, non lo parla affatto. Come facciano a capirsi non lo so. Ma in qualche modo devono comunicare, se alla fine mi dice una cosa che non mi aspettavo. Gli italiani, proferisce in un ottimo inglese, sono gli unici in Europa che hanno il cuore fuori dal petto. Io lo guardo e rispondo: “That’s very kind of you”.                    
Mentre penso che per fare l’Europa non serve la politica. Bastano Ryan Air e la libertà di circolare. 

sabato 17 novembre 2018

RICERCA



Continua dai, senza mai rallentare,
c’è tanta cacca sotto il nostro naso.
Porta il sacchetto e la paletta in mano.
La gente forse ti troverà strano
ma, continuando a ruminare a caso,
vedrai che poi te la farà trovare.

venerdì 9 novembre 2018

LA PRESCRIZIONE



Perché si fa un processo? Per giudicare chi commette un reato. E condannare chi lo commette. La società, infatti, si basa sul rispetto delle regole. E chi le viola, mette in pericolo la convivenza di tutti. Dunque, si fa il processo per difendere la comunità.
Ma allora a cosa serve la prescrizione? Un istituto che manda liberi senza un dibattimento e senza una condanna, gli accusati di reati gravissimi?
Serve, dicono quelli bravi, ad evitare la lunghezza dei processi.
Ma la gente populista la pensa diversamente. Essa crede che la lunghezza dei processi dipenda proprio dalla prescrizione. Un sistema sicuro per far assolvere la gente.
La prescrizione, infatti,  non ha contraddittorio. L’avvocato difensore deve solo essere capace di portarla per le lunghe. Non deve convincere i giudici dell’innocenza del suo assistito. In altre parole, non rischia nulla.
Senza di essa, invece,  egli avrebbe un pubblico ministero da battere in giudizio. E la cosa sarebbe molto più rischiosa.
Quale penalista non opterebbe per il suo mantenimento?

lunedì 5 novembre 2018

MELÒDE



Tepido vento che accarezza in viso
un fiore pencolante nella brezza,
che guarda e poi s’incurva in un sorriso
verso la mano stanca e la carezza
d’un vecchio bianco sulla terra assiso.
Un suono sordo quel silenzio spezza,
mentre l’uccello nella  terra intriso
di vita e desiderio ancora olezza.
Io m’avvicino piano quando il vento
risuona tra le canne una melòde
che muove a compassione la natura.
Ma muore solo e puro quel concento
d’un pigolìo sommesso che non s’ode
nel mondo triste d’una razza impura.

sabato 27 ottobre 2018

I VERDI



Come spiegare  il calo dei verdi italiani e l’aumento di quelli tedeschi?
Per rispondere occorre domandarsi che cosa abbia prodotto negli anni la loro cultura. Bastano alcuni esempi.
All’ingresso di alcune città,  ci sono cartelli simili: “TERRITORIO OGM FREE”.
Un’iniziativa indubbiamente importante. Non coltivano il grano modificato geneticamente. Ma quanto ne mangiano, se i loro supermercati vendono la farina che si ottiene da quello americano.
In altri posti ameni ci fanno sapere che il loro territorio è: “DENUCLEARIZZATO”. Iniziativa di straordinaria importanza. Infatti, se scoppiasse una guerra atomica sapremmo subito dove andare.
Cosa dire? Nulla, perché l’idiozia ammutolisce e cresce sul silenzio.
Ed è sul silenzio che la tutela dell’ambiente in Italia è arrivata perfino a tassare la raccolta di un frutto destinato a marcire nei boschi. I funghi, che i nostri nonni hanno raccolto gratis per millenni.
Passo dopo passo, però,  la perspicacia dei tutori dell’ambiente è riuscita a fare anche di più. Essa è riuscita a individuare e bandire i responsabili delle famigerate polveri sottili. E per quei quattro poveracci, che non hanno i soldi per comprare una nuova automobile, hanno istituito le ZONE BLU nei centri urbani. Dove naturalmente adesso si respira aria di montagna. Stupefacente.

lunedì 22 ottobre 2018

L'ESTINZIONE






45.000 anni fa il Neandertal, che abitava l’Europa, udì battere verso sud i tamburi che annunciavano l’arrivo dell’homo sapiens. 
Egli si era adattato talmente bene al freddo, da sopravvivere tre glaciazioni e centinaia di migliaia di anni, senza mai cambiare il suo modo di vivere. E quando incontrò il sapiens, lo guardò con sufficienza. Accortosi poi che aveva addomesticato il lupo, con disprezzo. Un cacciatore come lui non apprezzava di vivere con le bestie. E quando i suoi stregoni, dalle televisioni, cominciarono a chiamare barbari quei nuovi venuti, ne evitò la compagnia. L’estinzione non giunse rapida. Un freddo pungente e abbondanti alluvioni avevano allontanato i grandi carnivori che cacciava. Privilegi, vitalizi, pensioni d’oro. E siccome l’abbondanza lo aveva portato a disdegnare i pasti frugali, cominciò a sentire i morsi della fame. Il fratello sapiens, invece, aveva i cani. E, tramite loro, abbondanza di selvaggina. Uccelli, lepri e volpi, che il Neandertal aveva scartato. Spinto dal bisogno egli abbandonò allora l’altezzoso isolamento. Ma era troppo tardi,  perché solo l’unione delle sue donne con la nuova specie era feconda. Ed egli scomparve per ibridazione.

mercoledì 10 ottobre 2018

LA PROVA



Davanti ad  un errore logico, che non tutti comprendono, non si sa mai che cosa dire.
“Dio esiste”, è un giudizio assertorio. Ma a me pare che non si possa affermare, ciò che non si prova. Ogni giudizio ha la sua modalità. Ed un giudizio senza prove, lo devi esprimere nella forma problematica: “Dio potrebbe esistere”. Se tu dici “Dio esiste”, usi una forma sbagliata di sintassi. E la richiesta dei credenti, che sia io a dover dimostrare che Dio non esiste, è un ragionamento capzioso.
Io non posso affermare, senza evidenza, che in Italia “vivono i coccodrilli”, ma devo dire: “In Italia potrebbero vivere i coccodrilli”. Nessuna certezza, nessuna verità. Solo una ipotesi.
Dio potrebbe esistere è solo una tua opinione, ed io non devo provare che è sbagliata. Perché trattandosi di una ipotesi, tu stesso ammetti che potrebbe anche non essere vera.
Solo una conoscenza può essere affermata, non una credenza.
Per il resto, di ciò che non esiste, non si può provare l’esistenza. Perché non puoi provare l’esistenza di ciò che non ce l’ha. Sarebbe un assurdo.
Quello che puoi provare è soltanto l’esistenza di ciò che esiste. Ma questo spetta soltanto a chi lo crede.

mercoledì 3 ottobre 2018

RIACE




Quello che spaventa non è ciò che ha fatto il sindaco di Riace, ma la strenua difesa da parte dei buoni, secondo i quali un rappresentante dello Stato può impunemente violare le sue regole.
Non rispettare le leggi che non coincidono con la propria visione del mondo, però, è sempre rischioso. Perché quando si inclina il piano, tutto rotola verso il basso. L’interesse personale, l’inganno, la sopraffazione, le brame inconfessabili. E anche  l’invadenza delle religioni contro la laicità stabilita dalla Costituzione.  Abusi sempre legittimati nella mente di chi li compie. Perché l’uomo giustifica tutto, anche l’omicidio.
Senza la rigorosa giustizia, alla fine si languisce nel disordine, nella violenza e nell’odio. Perché ognuno cerca sempre il proprio vantaggio. Le leggi servono ai deboli, non ai prepotenti.
Questo caso ha rischiarato la notte italiana e ci ha mostrato quale sia il suo problema. L’anarchia compiaciuta dei suoi cittadini e dei loro rappresentanti. Che è cosa ben diversa dalla disobbedienza civile. La quale ha un senso, solo se fatta da qualcuno alla luce del sole, accettandone le conseguenze.
Da questa anarchia nasce il familismo amorale, il disprezzo per  le regole e, in sostanza, la deriva verso l’imbarbarimento.

venerdì 28 settembre 2018

L'INVIDIA




Due motivazioni spingono l’uomo alla ribellione: l’ingiustizia e l’invidia.
Ma cosa rimane delle lotte del passato, se non il residuo insolubile di quest’ultima, precipitato di una soluzione limpida ormai gettata al vento?
L’invidia  è inconfessabile. Essa si maschera di indignazione e persino di altruismo.
Per riconoscerla bisogna aspettare che ottenga quello che veramente desiderava.
Quando la sottomissione si emancipa, e sottomette; quando il privilegio cambia padrone; quando l’umiliato umilia ed il deriso deride; quando l’abusato abusa; quando il derubato ruba; e quando in prima fila, davanti al prete, vedi gli anticlericali di un tempo …, lì ci sono solo invidiosi.

sabato 15 settembre 2018

L'EMIGRAZIONE




Sì, siamo stati emigranti. Ma è giusto il paragone?
Ho conservato il passaporto di mio padre. Tempestato di timbri d’ingresso.
Non entravi in Svizzera senza dimostrare dove avresti lavorato, dove avresti abitato e quando saresti andato via.
Dopo la guerra, pochi erano i paesi rimasti in piedi in Europa. C’era anche il Lussemburgo? Erano gli unici ad avere le fabbriche, gli impianti industriali e le infrastrutture, perdute dagli altri sotto i bombardamenti. Un ritmo produttivo gigantesco, per i pochi abitanti di quei paesi.
La Volvo svedese veniva in Italia a reclutare gli operai di cui aveva bisogno. E in Svizzera scorreva il sangue sulle mani callose.
Ma chi lavorava, aveva anche dei diritti. Ed era contento di stare in un paese civile. Non come gli schiavi nei nostri campi di pomodori.
Le leggi venivano rispettate. Perché chi sgarrava era immediatamente rimpatriato.
Il profitto di quel lavoro emigrante ha creato la loro ricchezza, e la rinascita dell’Italia.
Ma ci hanno regalato qualcosa?
Le parole di Manfredi nel bellissimo film “Pane e cioccolata” dovrebbero essere incise sul bianco marmo degli eroi. “Je damo già er culo, me pare che basti”.
È giusto il paragone?

giovedì 13 settembre 2018

IL RELATIVISMO




Non si può essere così fanaticamente relativisti, da negare che esista qualcosa di assolutamente cattivo o assolutamente buono. Ma il massimo del relativismo, mascherato dietro la rivelazione di verità eterne, lo predicano le religioni. Perché ci sono tante morali, quante sono le fedi al mondo.
L’etica, però, non nasce dalle religioni, bensì dalla comune natura umana. Essa sorge dalla reciprocità, per cui chi uccide può essere a sua volta ucciso. E dalla compassione, che rimorde la coscienza, se non si aiuta chi ha bisogno. Solo l’indottrinamento dei fanciulli può depravare la natura a tal punto, da far accettare l’infibulazione, la lapidazione o la pratica di bruciare vivi i dissidenti. 
Ci sono voluti secoli di lacrime, per creare in occidente società democratiche e liberali, osteggiate dalla chiesa.  E contrastare la penetrazione di fedi incompatibili coi nostri valori, riempiendo i muri di crocifissi, è puro delirio. Chi lo promuove è solo un clericale, che coglie il momento, per conculcare il secolarismo e le sue conquiste.
Lo Stato non ha bisogno di religioni, che sono tutte opinabili, ma di laicità, che difende la libertà di tutti. Chi capisce questo, non dovrebbe dolersi della fine di un partito, che l’ha svenduta.

giovedì 6 settembre 2018

L'AUTOCOSCIENZA




Di certo la natura, nel suo incedere selettivo, ha dovuto percorrere sentieri impervi e rischiosi. Ad ogni passo trovando sul suo cammino tranelli spaventosi, cadendo nei quali avrebbe ottenuto il risultato opposto. L’estinzione della specie che avrebbe voluto far progredire.
Fornire gli uomini di autocoscienza deve essere stato uno di quei passaggi. Il salto immenso ed inspiegabile dalla conoscenza alla conoscenza di conoscere.
Dotare un animale, sbattuto nel mondo a cercare da solo la sua strada, di una autocoscienza ha significato, infatti, renderlo consapevole che il fallimento sarebbe costato la morte. Una conoscenza insopportabile,  per chi ha programmata dentro di sé la paura della fine, come il peggiore dei mali.
Chi sopporterebbe il fardello di sudare e annientarsi di fatica per una vita così misera, quando con un semplice pugnale potrebbe liberarsi dal peso? Dice Shakespeare.
Il tempo a sua disposizione ha dovuto aiutare la natura. Milioni di anni e di suicidi, che le hanno consentito di trovare l’antidoto. Un ormone dal nome gentile, prodotto da noi stessi, che creasse l’illusione di un mondo amichevole e benigno. La serotonina.
La sua mancanza sprofonda l’uomo  negli abissi della depressione. Forse la condizione normale dei primi, sfortunati sperimentatori dell’autocoscienza.

lunedì 20 agosto 2018

LA FAZIOSITÀ




Se qualcosa ci ha insegnato il secolo breve, è che il veleno più pericoloso per l’umanità è l’ideologia, che impedisce di vedere ciò che è evidente. E l’intossicazione che provoca si chiama faziosità.
Ne abbiamo avuta tanta in Italia, dove il potere ha significato una continua ricollocazione di amici e  parenti ovunque, dato che la politica ha allungato i suoi tentacoli su tutto ciò che poteva creare un utile economico.
Gravato dall’incessante afflusso, dovuto ai rapidi cambi di governo, lo Stato è andato in suppurazione come una ferita che tracima di batteri dannosi. Essendo stati selezionati piuttosto dall’appartenenza che dalla funzione.
Un fazioso è un nemico della libertà, ma la rivoluzione del cambiamento, recentemente avviata nel nostro paese, fa intravedere una possibilità di cura assai promettente. Gli italiani, infatti, cominciano ad abituarsi alla democrazia. Parola abusata e sconosciuta in questo disgraziato lembo di sottosviluppo civile.
Mentre prima, infatti, lo sprezzante rancore fazioso colpiva la parte avversa, oggi i malati di questo cancro si trovano a dover odiare i propri vicini, talvolta gli amici o persino i parenti. E nonostante il trattenuto disprezzo, non possono sputare loro in faccia.
Prima o poi capiranno che devono rispettare le opinioni altrui.

domenica 5 agosto 2018

IL FASCISMO




Il fascismo è camaleontico. Esso, infatti, non è una ideologia, ma un metodo.
Se vogliamo riconoscerlo, lo dobbiamo cercare in primo luogo nel disprezzo per la verità e nella prepotenza. Perché, per chi cerca unicamente il potere, conta solo il fine.
Questi due mostri irretiscono qualsiasi  associazione. Ecco perché il fascismo è così liquido, da assumere la forma del suo contenitore.
L’abbiamo sperimentato in ogni gruppo egemone.  Dunque non sarà semplice riconoscerlo quando si ripresenterà.
L’accusa di fascismo al governo giallo-verde non è credibile. E somiglia più al grido isterico di un bambino capriccioso, al quale i genitori hanno tolto un giocattolo. Disposto ad allearsi col peggior nemico, pur di mantenerlo.
Ma per un nonno galantuomo che ha combattuto il fascismo vero, a quanti nipotini cialtroni dobbiamo ancora mantenere i privilegi ottenuti con l’inganno?
La storia è talmente beffarda, che non ci sarebbe da meravigliarsi se esso tornasse proprio nelle vesti di chi dice di odiarlo.


venerdì 20 luglio 2018

LA CATTIVERIA



Lo smascheramento del razzismo italico è l’effetto collaterale della dissennata politica migratoria degli ultimi governi. I quali, senza preoccuparsi di organizzare una accoglienza seria, hanno illuso milioni di africani a rischiare la vita, per un futuro più incerto di quello che avrebbero avuto a casa loro.
Razzismo non diverso da quello teutonico o israeliano o nigeriano, ma presente nel consesso comune dell’Homo sapiens. Capace di azioni sublimi  e crudeli efferatezze.
Chi ha riempito le strade di parcheggiatori abusivi, i parchi di spacciatori e le stazioni di sbandati che vi dormono all’addiaccio, non ha considerato il timore legittimo dei cittadini. Né il primo dovere dei governanti: quello di garantire la loro sicurezza.
Ma la signora che ha aizzato i cani contro il vu’ cumprà inerme sulla spiaggia, è stata mossa da qualcosa di diverso dalla paura. E come lei, tutti coloro che non vedevano l’ora di riversare l’odio che gli circola nelle vene, come galline nel pollaio, sul primo derelitto che gli passa davanti.
Questi sono mossi dalla cattiveria, una qualità equamente distribuita tra gli esseri umani che, chi la possiede, non dovrebbe alzarsi dal letto la mattina. Per il bene dell’umanità intera. 

sabato 30 giugno 2018

IL PARADOSSO



Per l’uomo che si fa domande la vita è paradossale. Ma, cos’è il paradosso?
Andare contro il senso comune. Contro l’opinione maggioritaria. L’inaspettato. Questo è il paradosso. E la vita ne è piena.
Ma se il paradosso va contro l’opinione comune, allora c’è qualcosa che non va in quell’opinione. Dunque, la presenza di paradossi rivela l’inconsistenza delle nostre convinzioni. La loro fallacia.
Certo, presa come viene, la vita sembra coerente, logica e sostanzialmente giustificata. Ma questo significa soltanto che il nostro cervello ha trovato il modo di farci vivere in un mondo illusorio, senza contraddizioni. Il paradosso emerge quando si alza lo sguardo, e si vedono cose fuori dall’ordinario.
Einstein ci dice che lo spazio tempo decide il movimento della materia. Ma la materia decide la forma dello spazio tempo. Come nel paradosso di Escher. Quale mano disegna l’altra?
Noi viviamo nel presente. Ed il presente non è che il confine tra il passato ed il futuro. Dunque qualcosa senza tempo, come il confine tra due punti nello spazio è senza dimensioni. Eppure la nostra vita si svolge tutta lì. Nel nulla.
L’universo sta nella nostra testa, ma la nostra testa sta nell’universo. Come è possibile?

giovedì 21 giugno 2018

L’ONESTÀ INTELLETTUALE




La misura della felicità di una nazione ha più a che fare con l’onestà intellettuale, che con le condizioni economiche. Poiché la prima aumenta l’autostima e le seconde soltanto il benessere. E poiché gli italiani non si dichiarano tra i popoli più felici, ne consegue che la prima non è molto praticata nel nostro paese. Onestà intellettuale significa semplicemente dire la verità.
Ci sono sistemi politici nei quali, se lo si fa, si rischia di finire male. Per questo il totalitarismo sarà sempre il brodo di coltura dell’infelicità. L’Italia però non è un paese totalitario. Perché le persone allora preferiscono dissimulare il proprio pensiero, molto spesso anche a se stessi?
Nasce dalla biologia la pulsione di sentirsi parte di  una comunità. Non essere diversi dagli altri ci tranquillizza, ci dà sicurezza e ci spinge a conformarci anche su cose che non ci piacciono. Questo però comporta una profonda frustrazione. Causata dalla rimozione di pensieri e sentimenti spontanei, che non possono convivere  col nostro comportamento.
Recuperare la propria individualità costa fatica. Ma vale la pena sacrificare l’autostima per vivere tranquilli?
In fondo dire la verità può costare l’isolamento, ma non la vita, come accadeva ai tempi di Galileo.

giovedì 7 giugno 2018

LA MARCIA




Dimenticati l’odio ed il furore,
scodinzolando senza dignità,
la lunga fila delle nullità
s’infolta e marcia verso il nuovo amore.
Come al vino la luminosità,
le stelle fanno lor cambiar colore
e già parlan tra loro d’onestà,
rispolverando il senso dell’onore.
L’inviso populismo apprezzerà
anche il piddino pieno di rancore,
se, come è stato, esso servirà
ad ascoltar la gente e il suo dolore.
E Sgarbi lentamente sparirà
senza rimpianti, il mortificatore
di questa Italia bella, che vedrà
fiorire ancora i prati e il buon umore.
E un grillo saltellando canterà,
con un giullare e un guru stretti al cuore.

giovedì 31 maggio 2018

LE RAGIONI DEL POPULISMO





C’è qualcosa di più squallido delle facce degli esperti, che elargiscono agli italiani la propria presunzione? Non ne azzeccano una. E tuttavia continuano imperterriti, con la sicumera dei falliti, a pontificare dagli scranni  delle  nostre televisioni.  Li si distingue dalla smorfia beffarda, che sottende visi falsamente seriosi. Dal disprezzo per la gente comune, mascherato dall’eloquio forbito.
I peggiori tra essi sono quelli che hanno scavato più a fondo. E dalle vertiginose profondità delle voragini che raggiungono, non riescono più a vedere  la semplicità, l’onestà e la dirittura morale dei comportamenti altrui. Così scorgono nelle azioni degli altri quello che essi stessi sarebbero disposti a fare. Mentire, simulare e tradire.
Costoro hanno ormai perduto per sempre l’innocenza e da loro non possiamo aspettarci che bugie.
La mente di chi ha elaborato l’ultima teoria del complotto di Salvini ai danni di Di Maio, ad esempio, vaga nei sublimi pascoli della metafisica. Chi la possiede non è un umano ed ha ormai perduto qualsiasi contatto con il corpo. Che gli serve soltanto per trasportare la testa. Quest’elaborato sistema neuronale, in grado di produrre pensieri così sofisticati da aver prodotto la politica italiana degli ultimi decenni. Ed anche il  populismo.


lunedì 28 maggio 2018

LO STRAPPO




“Il Presidente della Repubblica nomina il Presidente del Consiglio dei Ministri e, su proposta di questo, i Ministri.”

Si è consumato il ventisette di maggio lo strappo più grave della storia della Repubblica. Uno strappo tra istituzioni dello Stato, tra cittadini e tra generazioni di cittadini. Da una parte i giovani, fuori da ogni tutela, costretti a ricorrere alle pratiche più abiette come la piaggeria ed il clientelismo, per sopravvivere nel loro paese. Senza garanzie per il futuro e senza possibilità di crearsi un presente.
Dall’altra i vecchi, quelli che galleggiano sul mare dei privilegi, regalati loro a suon di debito pubblico. Quelli che… noi abbiamo combattuto. Quelli la cui mente, ormai disattivata da decenni di politichese incomprensibile, riesce a mettere in discussione perfino un articolo chiaro come il sole come l’articolo 92 della Costituzione.
A differenza di costoro, infatti, un giovane di prima media conosce la differenza tra "nomina" e "può nominare". E sa che "nomina", non ammette alternative.


giovedì 24 maggio 2018

LA FEDE




L’ultimo delirio comparso a Roma, che non distingue tra aborto e assassinio, smentisce platealmente chi crede che il fanatismo attecchisca soltanto nelle religioni degli altri. La vergogna di dover difendere, nel ventunesimo secolo, i valori di libertà che il secolarismo ha conquistato, non basta per fargli  notare l’avvicinarsi di un nuovo medioevo.
Ma nell’epoca delle bombe termonucleari, l’umanità non può più permettersi di sbagliare. E la mano di chi persegue il crimine più abietto, che condiziona le menti infantili per creare uomini programmati, va fermata.
Non dalla natura nasce la differenza tra gli uomini, ma dai preti, i rabbini e gli imam, che impongono loro lo stigma immaginario della fede. Facendoli crescere diversi e  pronti a scannarsi fra di loro.
Non è giunta l’ora di disinnescare la devastante potenza distruttiva della più grande impostura mai propinata al genere umano?
Chi vi parla del nemico, diceva Brecht, è lui stesso il nemico. Come dire che chi vi parla del demonio, è lui stesso il demonio.
Se proprio vogliamo dare una fede ai nostri figli, facciamo  loro venerare il solo dio che abbiamo in comune: il nostro pianeta. Che alimenta e protegge l’unica e irripetibile vita che ci è concessa.

mercoledì 16 maggio 2018

L'INDOTTRINAMENTO




C’è un motivo per il quale un razionalista non dovrebbe augurarsi l’annientamento elettorale dell’insano patto tra laici e cattolici, realizzatosi nel PD?
Partito riempito per metà di boy-scout, chierichetti e insegnanti di religione e per l’altra metà di atei devoti, convinti di poter arginare l’afflusso di religioni incompatibili con la democrazia, rilanciando il cattolicesimo tra i cittadini.
Ci si illude che questa sia la nostra tradizione secolare, ma ciò è falso. C’è una tradizione anticlericale, soprattutto nelle regioni che hanno sperimentato la teocrazia, che è altrettanto popolare e radicata. Tutta gente tradita dagli eredi di un partito, al quale l’avevano affidata. E che si è ritrovata da un giorno all’altro priva delle basi culturali necessarie a contrastare l’ondata oscurantista, che ha sommerso la laicità dello Stato. Come dire che i loro padri avevano scherzato.  
Tutte le religioni sono dannose per la società, perché privilegiano la superstizione all’evidenza e la propagazione delle credenze attraverso l’indottrinamento, anziché sul libero e obiettivo controllo delle affermazioni. Esse creano cittadini acefali, incapaci di un giudizio critico.
Non meravigliamoci della prepotenza della casta clericale e dei privilegi di cui gode. Il Vaticano fa il proprio lavoro. Qualcun altro non ha fatto il suo. 

mercoledì 9 maggio 2018

UN PAESE BLOCCATO NELLA SUA SUPERBIA




Chi si meraviglia della paralisi che avvolge questa nostra Italia, dovrebbe fermarsi a riflettere. Una politica bloccata è solo il riverbero di un paese bloccato. Ma l’immagine che vediamo nello specchio siamo noi stessi, anche se le cause si manifestano icasticamente nei  parlamentari che bene ci rappresentano.  
L’arroganza degli Sgarbi, la cui settoriale erudizione consente agli allocchi di soprassedere sulla sua volgarità. La povertà morale dei facoltosi, alla Berlusconi, convinti che tutto sia in vendita. La pervicacia delle varie sette ed associazioni salottiere, che non hanno mai accettato la trasparenza della democrazia, considerando gli uomini e le donne una massa di coglioni, meritevoli di essere ingannati. La supponenza di una élite intoccabile, schifiltosa ed autoreferenziale alla Fornero. Incapace di abbattere le alte mura elevate a difesa dei congiuntivi, per trasmettere le inclite riflessioni e conoscenze anche ai comuni cittadini, cercando di elevarne lo stato intellettuale. Perché preferisce galleggiare beatamente nelle scipite acque della maggioranza politica, che, all’ombra dell’unica cultura che conosce, trova il suo riscatto nel portare crocifissi e presepi nelle scuole.
Mentre i criminali si impadroniscono del paese ed il mondo corre come ha sempre fatto. Lasciando indietro gli imbecilli.

mercoledì 25 aprile 2018

IL TOPO


Quale tremenda indignazione suscita il maltrattamento degli anziani. Non passa giorno che non si scopra qualche “lager” mascherato da ospizio. Ed apprendere di ottantenni malmenati e lasciati marcire tra i loro escrementi, fa male al cuore.
Per fortuna i carabinieri fanno il loro dovere. E scovano sovente i colpevoli, liberando i reclusi dall’inferno.
Soltanto uno, costretto a strascinarsi faticosamente, negli anni destinati al riposo e ai ricordi, non può sperare nell’aiuto della forza pubblica.
La sua pelle indurita e suoi  occhietti raggricciati da topolino in trappola, ci guardano dalle televisioni in posture dolorose. Una visione insopportabile.
Non è colpa nostra, vorremmo gridargli. Non siamo noi che abbiamo votato male. Ma difficilmente il vecchio potrebbe comprendere. E benché si tratti di un miliardario, ci fa sempre pena.
Sotto la calotta affrescata, sembra chiederci di aiutarlo. E la bocca, serrata da una  smorfia rabbiosa, amplifica il suo grido.
Solo lui, però, può affrancare se stesso. Ma egli non vede gli aguzzini scatenati nella sua mente. L’ambizione, la superbia e la vanità che lo pungolano.
Schiavo di padroni crudeli, asseconda volontariamente i suoi carcerieri. Ai quali le persone senza carità, che lo hanno scelto nelle ultime elezioni, hanno tolto il freno. 

giovedì 19 aprile 2018

LA TRIPLICE INTESA




Quando un paese non funziona, ci sono due strade per evitarne la paralisi. Una classe politica seria e laboriosa, che proceda sul terreno faticoso delle riforme, a colpi di leggi ben assestate. Oppure l’adattamento, lubrificandone i meccanismi inceppati attraverso la corruzione.
La prima strada richiede la maturità dei cittadini e l’impegno concreto delle classi imprenditoriali, che maggiormente subiscono l’effetto deleterio di una burocrazia giurassica. Ma non è quella che  si è adottata in Italia.
In primo luogo perché la consapevolezza dei cittadini è stata soffocata da una scuola smidollata e condizionata dai veti delle truppe dogmatiche, che hanno impedito lo sviluppo nei giovani di una mentalità critica e consapevole. Si veda che fine ha fatto l’ora alternativa alla religione cattolica.
In secondo luogo perché gli imprenditori, a partire dalle loro associazioni, invece di spendere qualche energia per migliorare lo Stato, hanno preferito adattarsi in ordine sparso al sistema corruttivo. Gli imprenditori sono, tra tutti i cittadini, i più informati sui sistemi illeciti per ottenere vantaggi dalla pubblica amministrazione.
Tutto questo, però, non sarebbe mai stato possibile, senza un sistema generalizzato di impunità, garantito dai nostri politici. Il cosiddetto “garantismo” all’italiana, dove la pena la pagano solo le vittime.

mercoledì 11 aprile 2018

LA PUTTANA




Una delle ineffabili trasmissioni che solcano l’etere italiano, mi mostra uno scambio di cortesie tra Sgarbi e Scanzi. Una scena frizzante. Il primo stravolto dall’ira, perché definito una prostituta. Ed il secondo infuriato con la conduttrice, che lo invita a non provocarlo. Come se si trattasse di un pazzo furioso.  
Il critico intanto ribolliva, e continuava a coprire di improperi il giornalista. La faccia gonfia e gli occhi arrossati per lo sforzo, inducevano a considerarlo nella forma mentale che solitamente lo contraddistingue. Quando cioè, invasato dalle telecamere, la sua grande cultura trova sfogo da un orifizio diverso dal consueto.
Ma come stabilire chi, tra i due giornalisti, avesse ragione? La domanda è problematica ed esistono delle alternative. L’individuo potrebbe infatti non essere né una prostituta né un demente, ma soltanto uno scaltro profittatore. Del resto la storia è piena di personaggi che riempiono lo spazio con parole altisonanti, per nascondere lo squallore della propria debosciata vita. Ed il Nostro ha grandi meriti sotto questo profilo. 
Ma che sia puttana, dissennato o furbo, rimane tuttavia la vergogna di chi lo ha portato in Parlamento. E che blocca il paese perché vorrebbe andare pure al governo.


mercoledì 28 marzo 2018

FAKE NEWS




Oggi la radio mi ha precipitato sulla tastiera. Lavoro inutile, lo so. In una Italia dove  una politica imbelle, ha lasciato spazio ad un clericalismo impudico. Si parlava a Radio Anch’io dell’uomo, che ha sacrificato la propria vita al posto di un ostaggio. Gesto ammirevole e coraggioso. La cui nobiltà dovrebbe tener lontani i farisei e i bugiardi.
Invece sento una voce, concessa quasi di straforo, come di solito fanno gli ipocriti, che ci ricorda che Arnaud Beltrame, il gendarme, era da poco diventato cristiano. E che per questo era “dotato di gratuità”.
Cosa vuol dire? Intendeva generosità?
Eh certo, viene da pensare. I cristiani la posseggono eccome. Peccato per tutti gli altri. Egoisti e cinici. Avidi e ingordi. Superbi, ambiziosi e cattivi.
Il gesto di quell’uomo a me non pare gratuito. Perché lo ha pagato molto caro. Gratuite sono invece le parole di questi untuosi contraffattori, come gratuita è la loro logica.
Mi ricorda la risposta di una maestra, ad un alunno che le domandava quale fosse la differenza tra la magia e la religione. La prima è falsa, aveva risposto, mentre la seconda è vera.
Nessuno dovrebbe credere qualcosa, senza sapere perché.


venerdì 16 marzo 2018

LA SCOMUNICA




Ai sedicenti democratici che vanno cercando le ragioni della bruciante sconfitta, voglio dargliene una. Siete una mutazione genetica
Mio padre era comunista. Perché i comunisti del dopoguerra combattevano l’ingiustizia. La rivoluzione l’avevano abbandonata da tempo.
Io non sono comunista, perché amo la libertà. Cosa che non fa la religione.
Il comunismo per fortuna è fallito, ma non tutto quello che diceva era falso. E Berlinguer era migliore di tanti preti. Che la religione sia l’oppio dei popoli è un concetto che viene da  lontano: da Socrate, Lucrezio e tanta parte della tradizione culturale dell’occidente.
A queste parole hanno creduto milioni di persone, che seguivano i vostri padri. Scomunicate per questo da una chiesa, che aveva salutato i fascisti come opera della provvidenza. Cosa devono aver pensato quando, cambiando rotta, li avete lasciati in mezzo al mare?
Ora criticate Di Maio per aver baciato la teca del cardinal Sepe. Ma quello che gli avete baciato voi, è molto peggio.
Far votare ad un anticlericale un boy-scout fa venire i brividi. Far eleggere Casini a Bologna è ripugnante quanto il neo confessionalismo delle vostre televisioni.
Il laicismo ha fondato questo paese ed i guelfi hanno già i loro partiti. C’era bisogno di voi?

venerdì 2 marzo 2018

L'EFFICIENZA



Si parla giornalmente di scandali, negligenze e criminalità. Ma non si può dire che in Italia non siamo capaci, quando veramente lo vogliamo. Gli esempi non mancano.
Un sistema di selezione pubblica talmente affidabile, da far assumere quasi sempre amici, parenti, o concubine, è come una slot-machine dove il jackpot lo fa solo il gestore. E quando una macchina funziona così bene, non si può parlare di inefficienza. Far credere che esista una sanità pubblica e poi farla pagare. Inventare un sistema chiamato prescrizione, per non mandare in galera i criminali. Dire che si possono eleggere i propri rappresentanti, senza farli scegliere. Fondare uno Stato sul lavoro e riempirlo di disoccupati. Tutto questo vigore è strabiliante.
Ma è ancora nulla in confronto al fatto che oggi, gli elettori di quello che fu uno dei partiti di sinistra più potenti dell’intera Europa, votano senza saperlo per la democrazia cristiana, che credono scomparsa. E che a distanza di 75 anni dalla caduta del fascismo, il quale con la sua guerra razzista ha distrutto il paese e la nostra reputazione, si sentono ancora dei giovani inneggiare al Duce, come nulla fosse accaduto. Solo gente  geniale e capace poteva raggiungere tanta efficacia.

domenica 25 febbraio 2018

LE PERSONE GENTILI




Le persone gentili chiedono il pugno di ferro contro l’abuso di potere e la prepotenza mafiosa. Ma che cos’è il pugno di ferro, se non l’uso della prepotenza?
Questo circolo vizioso è la vera causa della debolezza, ma anche della grandezza, della democrazia. Essa, infatti, per sua stessa natura, non può essere prepotente.
Certo, per essere efficace, dovrebbe diventare più feroce dei delinquenti, i quali hanno solo paura di chi è più crudele di loro. Ma auspicare questo significa dar vita ad uno Stato criminale. Il contrario di una democrazia.
In tal modo, infatti, la peggiore feccia del genere umano passerebbe al soldo del governo, precipitandolo nella sentina dell’infamia. Cosa che è già successa in ogni regime totalitario e dittatoriale della storia. Nei quali il potere, grazie alle persone gentili, è finito nelle mani di avventurieri senza scrupoli.
L’uomo si accorge solo della prepotenza degli altri, ma tende sempre ad esercitare la sua. Perché è fondamentalmente mosso soltanto dai propri interessi. Egli, preso da solo, è completamente inaffidabile.
Dunque, chi auspica uno Stato forte, pensi alle conseguenze. Non il pugno di ferro si deve chiedere, bensì l’applicazione rigorosa della Giustizia, se non si hanno altre mire.

lunedì 12 febbraio 2018

GRAZIE DARWIN



La teoria di Einstein non sarebbe mai potuta nascere da un cervello dogmatico. Perché solo il pensiero critico concepisce il relativismo. E la parte esiziale delle religioni è la loro capacità di spegnere  il secondo a favore del primo. Cosa che si può ottenere solo con l’indottrinamento dei bambini. Infatti non sarebbe possibile altrimenti, che un essere ragionevole dismetta il giudizio solo quando si parla di dio.
Ma siamo veramente sicuri che ciò sia un bene per loro?
Tra i seguaci di Sveva, un santone che ha circuito e derubato una torma di fedeli, c’è n’era  uno di buona formazione e cultura. Al giornalista che, incredulo,  gli domandava come fosse stato possibile,  rispondeva: “Se sei stato abituato a credere nei miracoli e ti trovi in stato di necessità, ci caschi… ci caschi sempre”.
Il relativismo ti suggerisce che se dio ha creato l’uomo, potrebbe anche essere che l’uomo abbia creato dio. E ti suggerisce anche che se il mondo è perfettamente adatto alla vita, potrebbe essere che la vita si sia perfettamente adattata al mondo.  
Un’idea che i creazionisti dogmatici, nemici di Darwin e della scienza, non potranno mai concepire.


domenica 4 febbraio 2018

SI PUÒ VIVERE SENZA RELIGIONE?




Più o meno sessantadue governi in settant’anni di repubblica, senza  un capo di governo dichiaratamente ateo. Eppure quelli che hanno costruito questo paese erano anticlericali.
Ma davvero per governare l’Italia bisogna baciare la teca di S. Gennaro?
In realtà i non credenti sono quasi la metà dei cittadini. Si suppone che la stessa percentuale esista anche tra i loro rappresentanti. Non è dunque possibile che tutti credano alle lacrime delle madonne, alla transustanziazione e ai padri pii, le cui statue hanno orribilmente deturpato la nostra penisola. Perché nessuno lo dice?
Perché una persecuzione continuata ed una discriminazione secolare,  da parte della chiesa, ha instillato nel popolo l’idea che i senza dio siano esseri indegni ed immorali, da evitare ed escludere. Lucrezio, Leopardi, Einstein… tutti all’inferno.
Una completa inversione del giudizio, mantenuta ora con l’indottrinamento dei bambini, che le manovre clericali hanno portato anche dentro le scuole dell’infanzia.
Ne consegue che i cittadini più onesti, quelli che non vogliono dissimulare il loro ateismo, quelli che non hanno bisogno di un comandamento, per sapere che rubare o uccidere è sbagliato, sono esclusi dalla politica e banditi dalle leve della dirigenza pubblica.  E vanno avanti i peggiori.



Nota. Questo post è indipendente dall’UAAR, il cui condivisibile manifesto è stato preso solo come esempio.

domenica 21 gennaio 2018

AUGUSTO




Quando perdi un amico
sale muto un dolore
che ti piega le spalle
sotto il peso più antico.
Era verde la valle
poco prima di ora,
che la luce colora
d’una coltre  ingiallita.
E risuonano ancora
i bicchieri di vino
la risata salace
dalla sala imbandita
e dei cibi l’assaggio.
Ma pel mondo quel cuore
in quel letto, che tace,
è soltanto un passaggio.
Solo un vecchio che muore.