giovedì 31 maggio 2018

LE RAGIONI DEL POPULISMO





C’è qualcosa di più squallido delle facce degli esperti, che elargiscono agli italiani la propria presunzione? Non ne azzeccano una. E tuttavia continuano imperterriti, con la sicumera dei falliti, a pontificare dagli scranni  delle  nostre televisioni.  Li si distingue dalla smorfia beffarda, che sottende visi falsamente seriosi. Dal disprezzo per la gente comune, mascherato dall’eloquio forbito.
I peggiori tra essi sono quelli che hanno scavato più a fondo. E dalle vertiginose profondità delle voragini che raggiungono, non riescono più a vedere  la semplicità, l’onestà e la dirittura morale dei comportamenti altrui. Così scorgono nelle azioni degli altri quello che essi stessi sarebbero disposti a fare. Mentire, simulare e tradire.
Costoro hanno ormai perduto per sempre l’innocenza e da loro non possiamo aspettarci che bugie.
La mente di chi ha elaborato l’ultima teoria del complotto di Salvini ai danni di Di Maio, ad esempio, vaga nei sublimi pascoli della metafisica. Chi la possiede non è un umano ed ha ormai perduto qualsiasi contatto con il corpo. Che gli serve soltanto per trasportare la testa. Quest’elaborato sistema neuronale, in grado di produrre pensieri così sofisticati da aver prodotto la politica italiana degli ultimi decenni. Ed anche il  populismo.


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