mercoledì 23 settembre 2015

MALÀNIMO



Così come lieve il vapore
si leva dall’acqua del mare
e l’aria ne guida le prore
fin quando una nuvola appare,

rimango in silenzio ed ascolto
l’afrore di quella bontà
che presta le ali ed il volto
soltanto alla sua vanità.

E con il sorriso bonario
e gesti di nobile aspetto
avvolge su quella il sudario
e toglie a quell’altro il rispetto

spingendo il nefasto livore,
che nasce dal suo malcontento,
a dire mostruose parole
e far di caligine vento.

Pian piano s’infosca la luce,
s’addensa la nuvola nera
che il tristo sparlare produce
e al giorno s’appressa la sera.

E quando la nube rinserra,
cresciuta ormai senza misura,
la grandine spazza la terra
e sparge dovunque paura

insieme al veleno più amaro
che lento la fece ingrossare.
Ma vano lo cerchi un riparo
e invano l’aspetti passare

la pioggia che cade a dirotto.
Il cielo non fa distinzioni
e quel che riceve da sotto
lo rende ai cattivi ed ai buoni.

martedì 15 settembre 2015

DUILIO



DUILIO

L’incontravi da Basili
mica dentra pro… de fora,
e beveva ‘l Montenegre
e fumava le Gauloise.
Non appena te vedeva
te chiamava: – Vien a beva,
in tla vita en avé fretta,
fuma anca na sigaretta.
In tel fium quand s’ giva giò,
ch’era bon sol sa le man
da chiapé dentra la tana
tutt i pesc, c’era sol lo.
Si dmandavi dla su vita
se velava de tristessa
– che la guerra – te diceva
– en è mica na caressa,
e che ‘n s’era mai sposat
m’era pars chi dispiaceva.
Quand m’han dett sa ch’è sucess
so partit tra ‘l lum e scur,
da per me, per argì so
propri a seda te ‘l tavlin
du s’meteva sempre lo.
E guardand davanti a me
i m’ so acort che da ma lé
lo el vedeva chel porton
che portava tel balcon
da do en è rnut fora piò.


Della serie: Quel c’marcord d’Urbin







Traduzione


L’incontravi da Basili
mica dentro però… di fuori
e beveva il Montenegro
e fumava le Gauloise.
Non appena ti vedeva
ti chiamava: – Vieni a bere,
nella vita non aver fretta,
fuma anche una sigaretta.
Quando si andava giù al fiume
c’era solo lui in grado
di catturare tutti i pesci
con le mani dentro la tana.
Se gli chiedevi della sua vita
si velava di tristezza
       che la guerra – ti diceva
       non è mica una carezza,
e che non si fosse mai sposato
m’era sembrato che gli dispiacesse.
Quando mi hanno detto quel ch’era successo,
mi sono precipitato nella sera incipiente
e sono tornato su da solo
proprio per sedermi al tavolino
dove si metteva sempre lui.
E guardando davanti a me
mi sono accorto che da lì
lui lo vedeva quel portone
che portava a quel balcone
dal quale non è ritornato fuori più.


martedì 8 settembre 2015

LE FORMICHE



Nel loro ambiente la fanno da padrone
ed hanno strade molto frequentate;
lavorano con grande ostinazione
per far delle sostanze accumulate

nei tempi fausti da una generazione
cibo e risorse  per le nuove nate.
Si costruiscono in grande aggregazione
i luoghi dove sono rifugiate

ed è diffuso ovunque sulla terra,
il loro assai complesso fortilizio
nel quale il gruppo assiduo si rinserra.

Son laboriose e sempre in esercizio,
ma spesso fra di loro fan la guerra,
perché purtroppo prive di giudizio.