venerdì 26 febbraio 2016

PIERINO



Gu gu gugu gugu gù
gugu gu good morning, fa;
ride la Comunità
che non ci sperava più.

Sembran dir: “Che ci vuoi fare”,
lui fa un segno col braccino
mentre sta al telefonino
e li fa ancora aspettare.

“L’Italienne”  dice il francese
e il germanico annuisce,
ma lui guarda e non capisce
le speranze disattese.

Smesso dunque di parlare,
con la gente che l’attende,
un gruppetto lo sorprende
e riprende il cellulare.

Son ragazze, son di Melfi
e lui non resiste più;
ca ca ca come also you!
vieni a far con noi un selfie,

grida in faccia al Presidente
che ha l’angoscia nello sguardo,
perché soffre del ritardo
ed a cui non cale niente.

Scatta e ride ride e scatta,
cambia spesso posizione,
mentre sta l’istituzione
aspettando guatta guatta

che un paese di beoni
possa un giorno, senza vino,
liberarsi di Pierino
come fu di Berlusconi.

lunedì 22 febbraio 2016

BEL RISULTATO



Bel risultato
rimettere i confini nell’Europa!
Non identificava gl’immigranti
perché sarebbero, diceva,
rimasti tutti qua.
Così da fiorentino ben scafato
adesso se li tiene tutti quanti.
Bel risultato,
la destra che da noi sembra coeva
del vecchio più retrivo oscurantismo
e mai riesce a muoversi più in là
per il cordone col clericalismo.
Bel risultato,
la trasversale trucida invettiva
che molto lentamente…
fa scendere la nave alla deriva
nell’altro continente.

lunedì 15 febbraio 2016

LE UNIONI INCIVILI



Si tengono lontano
dall’antica malattia
gli uccelli che solcan le correnti
vagando lungo i fiumi
oppure in mezzo ai venti.
Un frullo d’ali e via! Via
dalla scempia presunzione
che intende naturale
la propria convinzione.
S’accoppiano per caso
seguendo la passione,
qualcuno per un’ora,
qualcuno per la vita.
Senza benedizione!


giovedì 11 febbraio 2016

LA DISSIMULAZIONE



Un orizzonte placido al mattino
non tranquillizza il marinaio esperto
quando s’accinge a mettersi in cammino
con la sua barca verso il mare aperto.
La coltre che ridente si distende
con movimento blando, rassicura,
ma nell’abisso che però sottende
ci sono forze oscure da paura.
Laggiù nel ventre agonico una lotta,
che il viso dissimulator nasconde,
l’una pulsione l’altra mette in rotta
in un febbrile spumeggiar dell’onde.
Laggiù, nel serbatoio dei pensieri,
si scontrano potenze smisurate
e lentamente emergono i voleri
che increspano le fronti vellutate.
Laggiù, dalla fucina palpitante,
un vortice furioso ormai s’appresta
a cambiar volto al mare in un istante
e a far salire i flutti di tempesta.
Tutto contiene l’utero fecondo
e tutto può spuntare all’improvviso:
il bene come il male che c’è al mondo,
un truce sguardo o un limpido sorriso.
L’ira feroce oppur  la voluttà,
l’odio, l’amore oppure il conformismo,
l’invidia atroce con l’avidità,
la compassione invece del razzismo.
Come dell’uomo che ti sta vicino
sapere non potrai nulla di certo,
un orizzonte placido al mattino
non tranquillizza il marinaio esperto.

mercoledì 3 febbraio 2016

L'ACCOGLIENZA



Ho visto un uomo dentro una topaia
sporca e scura
piangere di disperazione,
ma non ho mai sentito un luminare
conoscitore dell’umano cuore,
dire quanto fa male la disillusione
e l’odio che procura.
Vittoria amara della compassione,
che prima li fa entrare
e poi è questa
la vita gaia
che gli faranno fare.