Quando si strappa un fiore dalla
terra
si toglie un po’ di luce dal giardino
così nella penombra appare
guerra
l’odio feroce d’un perfido
assassino.
Ma quando incalza forte il
temporale
e li divelle tutti ad uno ad uno
e non è solo l’artefice del male,
dal buio non si salva più
nessuno.
Lo strepito e il ruggir della
tempesta
si sente allora ovunque a noi
d’intorno
ma non s’accorge della notte
pesta
colui che non ha mai veduto il
giorno.
Uomini vaghi, dal pensiero scalzo,
faziosi sia per l’odio e il pregiudizio,
vissuti solo e sempre di
rimbalzo
con l’occhio fermo al calcolo ed
al vizio;
ciechi tra ciechi, su superbi
lidi,
ci guideranno adesso oltre la china?
Ma senza alcuna luce che li
guidi
come la troveranno la mattina?
Non c’è bellezza dove c’è il
rancore
come non c’è la terra in mare
aperto
e dove non rampolla mai un fiore
c’è solo oscurantismo ed il
deserto.
Per questo è molto facile
predire
che non avrà speranza la nazione
che non conosce il modo d’impedire
di nuocere ad ogni religione.
Ebbe l’Italia ben diverso
abbrivio,
di questi numi di democrazia,
mandati da chi vive
nell’obblivio
ad inchinarsi alla teocrazia,
aprendole le porte piano piano
nel nome santo della libertà,
senz’ aver dato al popolo
italiano
il sacro germe della laicità.
Antidoto prescritto dalla storia
contro
i nemici dell’umanità!