venerdì 30 maggio 2014

L’ONESTÀ

Il fetido ansimare del paese
ce l’han mostrato le ultime elezioni
dove a speranze e giovani pretese
han contrapposto stolide opinioni.
Così s’è premunito di difese
chi, avendo privilegi e sovvenzioni,
per non rischiar d’aver delle sorprese
spacciato ha per il ver le sue illazioni.
Che non propongon nulla e nulla fanno;
che l’han deluso e non li voterà;
anche se lo stipendio ci ridanno,
anche se fan veder la verità.
E intanto han guadagnato qualche anno;
e intanto qualcun altro emigrerà!
Non è propositiva l’onestà?
Succede dove non c’è più vergogna
e regna incontrastata la menzogna.

martedì 27 maggio 2014

A STEFANIA


Dice… sa, ci ha colpiti,
ci ha veramente scossi
quella sua poesia.
E poi ne legge un sorso,
di quel che le ho mandato
all’indirizzo on-line
proprio per quel concorso.
Scrive da molto lei?
I suoi son versi belli.
Ma, io… , faccio fatica,
mi sento un po’commosso,
la voce mi va via.
Ma io… scrivo grafelli!
rispondo.  Una specie di scherzo.
Non ha mai scritto prima?
Io no. È sol l’occupazione
che mi sono inventato
da quando sto in pensione.
Allora c’è talento, risponde
accalorata; si sente l’emozione
della telefonata.
Lei mi lusinga tanto.
Ma è solo per l’incanto
che mi ha donato prima
leggendo le sue parole,
ben scritte in terza rima.
Mi sento in confusione
basito e rintronato.
Un uccellin però
cinguetta e non va
via, e per fortuna
mi scaccia l’ abulia
in cui m’ero cacciato.
Intanto Sefanìa,
con voce suadentissima
e soave, m’invita là per là,
quasi m’implora con fervore,
ad aderire alla pubblicazione
d’inediti poeti
e giovani cantori
che trovansi dispersi
in cerca d’editori
oggi per la nazione.
Si sente la cultura
ch’emana
da Stefania.
Forbite ha le parole
di chi da lungo è stata,
di chi forse con lode
in lingua è laureata.
E dolce è il tono
dell’onda sua leggera.
Questa donna,
dall’ammiccante suono,
della voce, penso,
sarà però sincera?
Ma scaccio l’illazione,
sol come dubbio indegno.
La dolce mia lettrice,
d’aulico eloquio e senno,
non può, non è bugiarda.
La sua casa editrice
è nota; possibile non è
che sia così bastarda.
Le parlo un po’ di me,
ma lei non fa attenzione.
Fa la dissertazione,
descrive il suo progetto
e spiega con passione
tutti i vantaggi e il modo
della pubblicazione.
Ma, chiedo, il concorso?
Quando la premiazione?
Risposta io non odo.
Prosegue nel discorso,
servono altre poesie
per la nostra edizione.
Sono nel Blog, rispondo
ah, lei ha un sito, lei?
Non è la stessa cosa,
aggiunge, le pagine dei
libri,  sa? l’odore,
il tatto, sul Web
non può sentirli,
è come un finto fiore.
E quando finalmente
tutto pare chiarito
sorge impellente
rapida ed impudente,
così, di primo acchito,
una domanda in mente:
quanto questo mi costa?
Trecento solamente
è stata la risposta.

venerdì 23 maggio 2014

A SILVIO


Ero indeciso, Silvio,
oggi però non più,
per il gran bel consiglio
che m’hai offerto tu!

Ché quando a non votare
il bianco Genovino,
lasciando trapelare
ch’è stato un assassino,

è un che coi denari
e le televisioni
imboniva somari
comprando le opinioni

siccome puttanelle,
quello non fa per me!
Io voto cinque stelle,
lor voteranno te.


martedì 20 maggio 2014

L'AMOR SCIPITO


Le velate tue protese
chiappe bianche e turgidette
e a salire le due tese
aggettanti collinette,

che per leggi sempiterne
d’uno codice mai scritto
tu declami a rime alterne
con lo sguardo sempre dritto,

fendon l’aria al tuo passaggio
come l’amo della lenza
fa con l’acqua del pescaggio,
nella subdola movenza

cui resistere non sa
il subacqueo abitante,
che con cieca voluttà
vi s’aggancia al primo istante.

Ben più in alto però guarda
chi conosce il tuo veleno:
ché la piega che infingarda
tu non puoi tenere a freno

nell’enfiate labbra tue,
d’alterigia od ambizione
o talvolta tutte e due
son la causa; e l’intenzione

che la mente tua ci cela
d’aggraziar la vanità
col raggiro, lei disvela,
ed usando la beltà.

Ogni secolo ha il suo emblema
nel tenzone dell’amore
sempre fonte di patema
a chi forte batte il cuore;

così furonvi il devoto,
il romantico e il cortese
fino a quello arido e vuoto
privo affatto di pretese

che distingue i tempi nostri,
ben diverso dall’avito
e che bene tu dimostri
bimba: l’amore scipito.

venerdì 16 maggio 2014

LA LOCOMOTIVA



Ora dell’onestà sul treno
ci vanno tutti con fervore.
Qualcuno a spingere sul freno,
altri sull’acceleratore.

martedì 13 maggio 2014

LE BASTONATE AMICHE



Un cane e un gatto giocano in giardino
e attendono con ansia che il padrone
prepari e porti fuori quel pastone
che mangiano da sempre ogni mattino.

Il cane corre innanzi con passione
e mugolando lungo il suo cammino
scodinzola felice sul ghiaino,
ma viene accolto a colpi di bastone.

Il gatto non invece si dimena,
ma osserva questo che gli fa gran pena
e aspetta che scompaia quello losco.

– Ma come! – poi gli dice – tanta lena
anche se quand’arrivi poi ti mena?
Ma almeno –  dice il cane – lo conosco.

venerdì 9 maggio 2014

LA PROSTITUTA CROCIFISSA


Una bambina in croce?
Cosa sembrava? Come?
Ciangotta quella voce
dalla televisione;

non la capisco io.
Gli occhi rivolti al cielo
come imploranti Dio
e sul suo viso un velo

di pallido candore?
Le labbra spalancate,
un appassito fiore.
Le avevano legate

le braccia ad un piantone
dov’è morta, da sola,
con la disperazione
che gli han cacciato in gola.

Fuggon la povertà,
dice chi la trovò
e si rifugian qua.
Ma solo dopo un po’,

la faccia seria seria
aggiunge il vecchio crine,
scopron che la misera
ovunque non ha fine.

Esco , buia la notte,
in alto stan le stelle
che ammiccando a frotte
tremule sono e belle.

Non c’è l’estate lì
e neppur c’è l’inverno.
Il male è solo qui,
in questo oscuro inferno.

lunedì 5 maggio 2014

IL PENSIONATO


Gli hanno dato un cappellino
e gli han detto di star lì,
a passar far il bambino
dalle otto al mezzodì,

sulle pedonali strisce.
E se lunga è la mattina
qui lui tanto non patisce
come sulla sua panchina.

È contento il pensionato;
son finiti i giorni bui!
Ora fa volontariato
finalmente pure lui.