Due motivazioni spingono l’uomo alla
ribellione: l’ingiustizia e l’invidia.
Ma cosa rimane delle lotte del passato, se
non il residuo insolubile di quest’ultima, precipitato di una soluzione limpida
ormai gettata al vento?
L’invidia
è inconfessabile. Essa si maschera di indignazione e persino di
altruismo.
Per riconoscerla bisogna aspettare che
ottenga quello che veramente desiderava.
Quando la sottomissione si emancipa, e
sottomette; quando il privilegio cambia padrone; quando l’umiliato umilia ed il
deriso deride; quando l’abusato abusa; quando il derubato ruba; e quando in
prima fila, davanti al prete, vedi gli anticlericali di un tempo …, lì ci sono
solo invidiosi.