venerdì 30 agosto 2013

ANGOSCIA




Stanno cercando il senso
 dell’angoscia,
sperando che una pillola biancastra
o qualche strana allotropìa
la possano per sempre
da questa umanità
scacciare via.


Ma chi gioisce
 dei figli prediletti
che sorridendo
se ne vano a scuola,
sapendo che l’effimero destino
 non garantisce questa stanca schiera
neanche per lo spazio d’un mattino,
sorride amaro
a questa strana fola.


Sarebbe come,
penso,
curare la vecchiezza e i suoi affanni
modificando il senso della vita.
Ma non c’è cura pei trascorsi anni
e i suoi acciacchi
demordono soltanto
quand’essa è già finita.

martedì 27 agosto 2013

LUGUBRI SEGNI




Solo avvisaglie. Lugubri segni
d’un incubo già visto. Umanità.
Fermento c’è nei rispettivi regni
per cogliere chi a frotte arriverà.


E cresce dei vulcani il borbottìo
rinvigorito dal forzato sonno.
Magma bollente o collera di dio
per le devianze di cotanto monno.


Cenere e fuoco sul relativismo
in nome della propria verità.
Presidio stanco al totalitarismo,
pietra tombale di ogni libertà.


Uranio più leggero alla fissione
e gli arsenali pieni di nervino.
Idrogeno lampante alla fusione
ed il pulsante sempre più vicino.


Ce lo dicesti, Alberto, della guerra.
La sicumera delle affiliazioni,
lapilli d’odio ancora sulla terra.
E l'altra, la faranno coi bastoni


lunedì 26 agosto 2013

IL PAESE DI SCALTRUME




Monta il suo banco ancora tenue il lume
il cambiavalute qui nella città.
Ritira a pacchi qualsiasi qualità
e ti dà in cambio solo un po’ d’acume.


E a carrettate prenderanno il largo
ragione, competenza e verità,
ch’è fuori corso questa moneta qua
dove si sono estinti la dolcezza e il garbo.


Stivate discenderanno il fiume
distante dagli sguardi dei bambini,
per rigettarle fuori dai confini
di questo bel paese di scaltrume.


Non lo riconoscete?
Dov’è simpatica la gente
e ti saluta sorridente,
ma gira col machete.

martedì 20 agosto 2013

LE STELLE IMPASSIBILI STANNO


Tra tante le storie c’è quella
che avvolta d’antico sapore,
racconta che cade una stella
per ogni persona che muore.


L’orecchio appuntato nel vento
di gelida notte invernale,
di un vecchio io odo il lamento
e il forte dei lupi ululare.


Dei tanti affamati l’affanno
o dei trucidati il dolore.
Le stelle impassibili stanno
se qui c’è chi nasce o chi muore.

NOTA - Liberamente tradotta da una poesia del poeta svedese Nils Ferlin ( 1898-1961)



domenica 18 agosto 2013

L'IMBECILLE




La chioma assai fluente,
lo sguardo da guerriero,
avanza tra la gente
in sella al suo destriero.


Guidandolo dall’alto
col morso delle briglie
lo spinge sull’asfalto
che schianta le caviglie,


schivando le lamiere
tra il fumo e le faville.
Il vacuo cavaliere,
l'imbecille.


venerdì 16 agosto 2013

LA GUERRA




Li chiami pacifisti da strapazzo
quei giovani che con l’angoscia in cuore
tentano di farti entrare nel cervello
che non si scherza con la guerra,
ma si muore.


Nulla da fare.


Non passa la ragione
nei volti deturpati e duri per l’età.
Sentono già montare l’emozione
che fugherà l’antica frustrazione,
e quasi sempre chi decide
non ci va.

mercoledì 14 agosto 2013

A UN AMICO D'INFANZIA




Mi manchi sai?
Amico delle mura e dei torrioni,
compagno di scoperte e confessioni.

Ma la paura mi attanaglia il cuore,
che smisurata è quella strada che ho percorso
e tremulo mi giunge il tuo bagliore.

Spietata è la mannaia della vita,
che ti colpì nel fior di gioventù
e ancora me lo chiedo. Tra di noi,

chi la guidò
 la lama del fendente
che uno ne salvò,
ma che non fosti tu?

domenica 11 agosto 2013

A MIA MOGLIE




Furon gli ormoni e il giovanile ardore
a spingermi lassù, nella tua landa svea.
Ma chi con me ti riportò fu solo amore,
che ci sommerse a guisa di marea.


Poi furono ignoranza e pregiudizio,
con quella solfa sulle ‘mogli e buoi’,
a rafforzare il nostro sodalizio
sai, e quel legame forte tra di noi.


E te lo scrivo adesso, all’età lieve
quando quel tempo alla memoria affiora,
che ormai passato sembra così breve
ciò che vivemmo assieme, e dura ancora.


E adesso te lo scrivo, all’età dura
che tra la donna e l’uom solo l’inganno
sembra che possa starci, oppur paura,
mentre per noi non fu soltanto affanno.


E te lo scrivo ora, quando il capello bianco
mi rammenta della caducità.
E che per questo, chi è senza rimpianto
né rimorsi, forse di meno soffrirà.


Ché quella vita che ho trascorso
insieme a te, pure con quella
a volte impervia strada che ho percorso,
di lei, posso soltanto dire che fu bella.


giovedì 8 agosto 2013

LA LIBERTÀ


Sfugge la spuma al salto
e il raggio lo trafigge quel vapore,
mentre tuonando erompe verso l’alto
creando un’esplosione di colore,


ma scivola in silenzio e poi scompare
quell’acqua dentro i tubi incanalata.
Privata della forza, verso il mare,
sfruttata, asservita ed abusata.


Ché c’è una legge grande di natura
a ricordarci ovunque quella verità.
Nel cielo azzurro o nella terra dura
non prospera mai nulla, senza la libertà.


E questa Italia, amici, che cos’è?
Se c’è dell’acqua nella fontanella
tu come fai a dirlo che lei c’è,
se mai non l’hai aperta la cannella?


Perché non servon le catene, sai,
per rendere la gente prigioniera
e molto prima quel che vuoi l’avrai
se li convinci ch’era un’esigenza vera.


Così ti fan comprare quel giornale
e ti fan fare sempre quel percorso
e alla televisione solo quel canale
guarderai, seguendo quel discorso


nel quale sei cresciuto ed in cui vivi
e che non metti mai in discussione,
solo perché non sono coercitivi
e non la senti, la  frusta del padrone.


Ma prova, prova con baldanza
a contestare loro quella verità.
Assaggia quella loro tolleranza
e vedi se gli piace la sincerità.


E domandati perché per lavorare
devi cercarti prima quel padrino,
a meno che non voglia tu emigrare
come già fece quel prozio argentino.


E chiediti perché, se lo sai fare
pure bene quel mestiere, come sia,
che non lo possa ancora esercitare,
senza l’avallo della categoria.


E come, se vuoi sposarti nel signore,
devi prima mostrarti interessato
ai consigli su come far l’amore
di un che s’è votato al celibato


e quando, per intraprendere qualcosa
regolarmente e senza restrizioni
devi richiedere quindici licenze
ed altrettante, forse, autorizzazioni,


scoprendo che ancor prima del guadagno
dovrai pagare, amico, sì pagare,
buttando i tuoi risparmi nello stagno
che nutre i parassiti e il malaffare.


E quel diritto sul posto di lavoro
svilito, contrattato e conculcato
da quel ducetto senza alcun decoro
che va a braccetto con il sindacato,


che cosa c’entra con la libertà?
Non di far quello che ti pare,
ma quello che la legge ti dirà
e che nessuno invece ti fa fare.


E come non per tutti è proprio vero
che la giustizia sempre la stessa è,
dovresti ammetterlo con animo sincero,
che qui da noi, solo a parole c'è.


martedì 6 agosto 2013

A MIA MADRE




Mi fissi,
con quel tuo sguardo muto
avvezzo al pianto
ed alle notti insonni
senza compagnia.

Pensi che io non sappia?

Non posso darti aiuto,
mamma.
Ecco la più gran pena
di questa vita
mia.


domenica 4 agosto 2013

STRONZA


Con l’occhio leporino
singhiozzi sconsolata.
Sei l’unico mio amore
dici,
ma tu sei ricambiata,
dico,
che senso ha il tuo dolore?


Le lacrime non scemano,
né l’occhio a rintuzzare
il tumidor s’appresta.
Non sono tanto scaltro
e non afferro ancora
che piangi
per un altro.


giovedì 1 agosto 2013

NON SEI TU IL DIVERSO




Se hai perso la speranza
e credi di non essere all’altezza
perché a te c’è chi sopravanza
in conoscenze, ingegno ed in destrezza.


Se pensi che non valga più la pena
perché tanto te l’hanno chiusa
la porta del lavoro nella schiena
e continuare, ormai non c’è più scusa.


Se senti quindi di essere diverso
e che soltanto a te sia da accollare
la colpa di quel tanto tempo perso
sui libri e sulle cose da studiare,


sappi che tutto questo è falsità.
Ché vivi in un paese bello, sì,
ma  dove regna la disonestà.
E il risultato è solo questo qui.