Visti da lontano
parevano formiche spaventate;
da un legno infradiciato
cadute accatastate
nell’acqua cupa e fredda di quel
mare.
E dietro ancora tanti,
sbarrati gli occhi stanchi,
pensando solo di poter salpare.
Ascoltano la musica suadente
che lancia dell’Europa dalle
coste
il suo richiamo nella libertà.
E non li puoi fermare,
la goccia che ti cade sulle dita
dal cielo quando fuori piove,
il caldo che ci manda il nostro
sole,
l’erba che dall’asfalto
crescerà;
perché la forza che intrepida li
muove
è anche quella che ci tiene in
vita
e uniti siamo nella stessa sorte.
Buttare un salvagente a chi non
l’ha,
ma senza farsi trascinare a
fondo,
gli umani non essendo mai
immuni,
poiché gira perenne questo mondo,
dal perdere la propria civiltà.
Chi affronta disperato anche la
morte
destini mescolando agli altri
gli uni
non
lo fa certo per la carità.