martedì 30 aprile 2013

IL PRIMO MAGGIO



Una bandiera alla testa del corteo.
Quattro sindacalisti e tanti pensionati.
Mentre il concerto sopra il colosseo
di giovani strabocca inoccupati.


Allora lenta una domanda si dipana.
Ma questa processione che cos’è?
A me sembra una cosa alquanto strana
che si festeggi qualcosa che….non c’è.

domenica 28 aprile 2013

I NUOVI SOCI


Quando la volpe furba
si accorse che laggiù
i polli con la turba
non la credevan più,

perché avevan capito
che non solo il lupone
li avrebbe d’appetito
mangiati in un boccone

e al gallo di concerto,
che smise di ascoltarla,
con cuore franco e aperto
deciser di scacciarla,

provò davvero invano
a ricercar l’accordo
parendo a lei ben strano
che il pollo fosse sordo.

Il lupo preoccupato
allora anche a ragione
dimenticò il passato
e chiese una riunione.

Non serve litigare,
disse contrito e accorto,
quando poi per mangiare
ci tocca fare l’orto.

E benché tra di loro
ci fosse sol disprezzo
pensaron tutti in coro
che il cibo non ha prezzo.

Così per una volta
scordata la vittoria
avviarono la svolta
che passerà alla storia.

E quando alla volpe il gallo
con un certo ardimento
senza sentirsi in fallo
rinfacciò il tradimento,

questa senza pudore
non aspettò la fine
per far cader l’errore
proprio sulle galline.

sabato 27 aprile 2013

POPULISMO



Qual è signori il labile confine
tra i populismi e la democrazia?
Non sarà mica che ascrivete ai primi
solo chi rischia di spazzarvi via?


E poi che c’è di male se qualcuno
ascolta anche la gente per la via?
E’ molto peggio non sentir nessuno,
come ha già fatto questa oligarchia.

giovedì 25 aprile 2013

IL 25 APRILE



La piangono gli uccelli
e la natura intera
quand’'essa è prigioniera
o chiusa negli avelli.

Se l’hai non te ne curi,
la brami se ti manca,
ma è lei che sempre affranca
da luoghi e tempi oscuri.

E questo bel paese
ch'ama la transumanza
soltanto una speranza
forse lo salverà.

Se sempre onorerà
chi a costo della vita
ce l’ha restituita
codesta libertà.

mercoledì 24 aprile 2013

IL TOPO



Sta arrivando, lo sentite?

Punta dritto al capitale.

Ma va sol dalle formiche,

trascurando le cicale.

martedì 23 aprile 2013

LA BALLATA DEI COLLUSI


Non aspettano la fila
per aver la prestazione
e chi il modulo compila
è per loro un gran  coglione.

Niente mutuo da pagare
perché quella abitazione
è una casa popolare
data loro in concessione.

Strafottenti sulla strada
perché tanto all’occorrenza
per la multa, mal che vada,
c’è sicuro chi ci pensa.

Il lavoro non gli manca
perché certo in qualche ente
imbucato l’ha qualcuno
molto spesso a non far niente

ed i figli, è garantito,
non staranno certo senza,
che non manca nel partito
chi s’accolla l’incombenza.

Sanno sempre come fare
per avere dei vantaggi
così adusi a frequentare
chi fa muover gl’ingranaggi.

Poi c’è anche lo scudato
che contento fa rientrare
quel ch’avea egli esportato
senza tasse da pagare.

E ci sono cittadini
che purtroppo per paura
han bisogno di padrini
che decidan lor la cura

e che quindi scaccian via
quella sacra libertà
che per altri tuttavia
tutto vale e tutto dà.

Poi c’è quello soddisfatto
che si chiede: “ma perché?”
devo mai cambiare patto
se va bene assai per me?

E poi ancor semplificare
non va giù ai commercialisti
ed ai consulenti appare
come un giorno tra i più tristi

E c’è pur la delinquenza
che la vede con mestizia
l’immissione d’efficienza
nell’italica giustizia,

pari in questo ai legulei,
che sarebbero contenti
di salvaguardare quei
ben redditizi tempi.

Uniti ai tanti farmacisti
che si trovan  garantito
insieme alli monopolisti
il gran reddito assistito.

E quale ancora sarà mai
dopo tanto rogitato
l’interesse dei notai
se d’ora in poi lo fa lo Stato?

Ed è lungo ancor da fare
sotto questa stratosfera
quell’elenco dove pare
che ci sia l’Italia intera.

Ma tra tutti è plateale
l’avversione dei partiti
che se avanza l’ideale
posson dirsi ormai finiti.

Quindi attento alle opinioni
da costoro spesso espresse.
Vengon dalle convinzioni
o le muove l’interesse?

E chi poi ci starà mai
a cambiare questa Italia
se la maggioranza sai
di buon cuore vi si attaglia?


Nihil sub sole novum

LA VERITÀ 2



Viene ogni tanto al mondo
qualcuno senza cuore
che vive di rancore
e che non ha pietà.

Non gliene frega niente
di quanti morti fa.

Tiranno o salvatore
per i futuri uomini sarà.

domenica 21 aprile 2013

LA PENSIONE


No, è sbagliato Alfano
di golpe oggi parlare,
se ancor Napolitano
lo fate lavorare.

Del resto nella stanza
a battere le mani
c’era la maggioranza.
Compreso anche Bersani.

Ma gli italiani sai,
che non son mica becchi,
l’hanno capito ormai
come trattate i vecchi

e quindi senza inganni
svelata è l’intenzione
di neanche a novant’anni
mandarli più in pensione.

sabato 20 aprile 2013

LA FUGA




Dopo essersi abbuffato
è scoppiato Gargamella
con lo stomaco intasato
d’indigesta mortadella.

Non stan bene a Sinalunga
paventando in tutta fretta
che ben presto li raggiunga
l’onorevole  Rosetta.

Finocchiaro ormai salmeggia
e ai compagni chiede  voti
ma i bidelli non vezzeggia
e li tratta da beoti.

Solo i puffi son contenti
con la gioia che travasa
alla vista dei partenti
che pian pian tornano a casa.

Ma chi ve l’ha fatto fare
di respinger quei votanti
che benché ritardatari
si eran tosto fatti avanti?

Fosse stato il fiorentino
a mandarli tutti via
forse adesso sto declino
non starebbe al crocevia.

IL GRILLO




Quando cominceranno
i puri anche a capire
che un inaudito inganno
li han costretti a subire.

Che hanno riempito gli enti
da loro governati
di amanti e di parenti
e di raccomandati,

facendo dirigenti
a volte squilibrati
che privi di talenti
e spesso scellerati

prodotto solo hanno
tanti disoccupati,
oltre a un immenso danno
e costi spudorati.

Quando apriranno gli occhi
anche i nullatenenti,
scoprendo quanti allocchi
hanno creduto in niente,

e quando capiremo
essere quei delusi
che spingono all’accordo
far parte dei collusi,

allor  sarà palese
il senso del verdetto
che li vede ora alle prese
col pauroso insetto.

venerdì 19 aprile 2013

LA BALLATA DEI GIOVANI EMIGRANTI




Mancano seimila pizzaioli.
L’ho letto sul Corriere della Sera.
E se i senza lavoro sono stuoli
ciononostante è in crisi la riviera.

E’ strano assai che in questo bel paese
coi giovani che a frotte vanno via,
nessuno voglia starsene alle prese
con un lavoro certo in pizzeria.

Strabuzzan stralunati i loro occhietti
i nostri ricercati sondaggisti.
E neanche se ne fanno di ragioni
studiosi, pubblicisti ed analisti.

Eppure basterebbe così poco
mi vien loro da dire senza stizza:
“Fate soltanto alcune prove in loco,
davanti al forno ardente della pizza.”

Laggiù dove il calore mai non manca
e ti fa smuover meglio le meningi
e pur se la fatica assai ti stanca
resisti, vai avanti  e i denti stringi.

Puoi farlo per esempio qui in Romagna
dove c’è il pieno di turisti, e capirai
che pur nella regione più compagna
di certo il nero non scarseggia mai.

Dove se vuoi andare a lavorare
lo devi fare a paga di rumeno,
a testa bassa e facendoti sfruttare
senza discutere e parlar nemmeno.

Dove se anche lavorassi assunto
e lo facessi l’intera settimana
risulteresti dipendente punto
o solamente per un’ora grama.

E questa non è altro che la cima
del nostro favoloso ordinamento
che di speranza ai giovani propina
quella soltanto dello sfruttamento.

Oltre al disdegno ed anche al boicottaggio
da parte di quei tanti vispi vecchi
che oliano da sempre l’ingranaggio
che ne mantiene e nutre ormai parecchi.

Quindi a quei tardi e lenti pubblicisti
non c’è da aggiunger altro che da dire,
se insieme a quei colleghi giornalisti
ci metton così tanto per capire,

che vada anche all’inferno la  riviera
e possa pur seguirla questo stato,
nel quale più nessuno niente spera
e che i suoi figli mai  ha tutelato.

mercoledì 17 aprile 2013

LAMENTO BOVINO


MUUHHH!
Che c’è?
MUUHHH!!
De che te lagni?
Che prima tu m’ingrassi e poi me magni!!!

lunedì 15 aprile 2013

STUPRATORI




Ne scrutan di sottecchi la presenza,
la voglia mascherata di disprezzo.
Scostante e indifferente la parvenza,
ma l’intenzion tradita dall’olezzo.


Li strugge con il tempo quel rovello
e chiaman libertà provocazione,
perché non si può spegnere il cervello
se prima non t’inventi una ragione.


Punge l’invidia a odiar quella bellezza
che sfolgora ed incede per la via.
Cresce la rabbia e aumenta l’amarezza
per quella grazia e tanta leggiadria.


Poi monta tra di loro l’invettiva
ed il dileggio incalza prepotente,
nella triste contezza collettiva
che pur volendo non avranno niente.


Increspa allora il labbro l’abiezione
e spunta quel sorriso supponente,
mentre tracima forte l’emozione
che acceca insieme il cuore e pur la mente.


E afferran gli animali quella preda
che chiamano oramai solo puttana,
senza che alcun di loro mai s’avveda
d’essere oltraggio per la razza umana.

venerdì 12 aprile 2013

I DIECI SAGGI




Dopo che il candidato
sentite le fazioni
ha detto al Presidente
che le consultazioni
non han portato a niente

e adesso che quei savi
chiamati dall’esterno
da lui stesso riuniti
gli han detto che il governo
è affare dei partiti,

mi chiedo, mi domando
e proprio non ci arrivo.
Ma non bastava uno
a dir che l’esecutivo
non  lo farà nessuno?

IN MEMORIA DI GIORDANO BRUNO


" ...ut quam clementissime et citra sanguinis effusionem puniretur! "


"Maiori forsitan cum timore sententiam in me dicitis, quam ego accipiam."



Dovremmo ricordare
senza rancore alcuno
che se si può pensare
liberamente ognuno

senza che un aguzzino,
col saio o in uniforme,
umano oppur divino,
usando le sue norme


te lo possa impedire,
fu grazie al sacrificio
di chi scelse morire
per contro al triste ufficio


di dover rinnegare
quel ch’era sì evidente,
se non proprio all’altare
alla sua stessa mente.


Ed anche se trascorsi
son secoli oramai
da quando ferri ai polsi
quell’uomo cerca guai


fu acceso ancora vivo
dalla papale fiamma
di un rito collettivo
che monda e che condanna.

La lingua insanguinata
fitta dalla mordacchia,
la legna accatastata
che arde, fuma e gracchia,

quell’uomo, cui lo spasmo
di quel dolore atroce
tra grida d’entusiasmo
e segni della croce,


la bocca chiusa e muta
da quel bavaglio infame
che rese sottaciuta
quella sua rabbia immane,


l’animo non piegò.
E al simbolo d’amore,
che ormai sol figurò
 ieratico furore,


causa di quel supplizio
oppur del disonore,
che a quel viso patrizio
straziato dal dolore


un frate avvicinò,
ebbe l’estremo afflato
di dire ancora  no.
Girandosi di lato.

mercoledì 10 aprile 2013

PRIMAVERA 2




Di fior l’albero è spoglio,
scomparso è anche il tedesco
ed ora su quel soglio
siede di già Francesco.

Silenzio al Quirinale,
muto anche il Parlamento
e del governo pare
nessun concepimento.

A Roma tutto tace,
anche se un fatto strano
disturba quella pace
tra Bettola e Milano.

Che alcuni deputati
per poter lavorare
derisi e maltrattati
debban manifestare.