giovedì 24 gennaio 2019

SUMMA INIURIA



“Summum ius, summa iniuria”, diceva Cicerone. Somma giustizia, massima ingiustizia. Sì, perché quando la giustizia viene applicata con estrema precisione, diventa iniquità. Un principio sacrosanto e condivisibile. Quello della cautela e della ponderazione. Che si ritrova in forme più o meno simili nei proverbi: “ Il troppo stroppia”. O nelle sentenze celebri: “ Le vie dell’inferno sono lastricate di buone intenzioni”.  
Questa pillola di saggezza ha informato di sé quasi ogni ordinamento giuridico occidentale, e sta alla base della nostra civiltà.
Va però precisato che il principio dovrebbe valere anche per se stesso. Perché la sua applicazione rigorosa, nella ricerca ad ogni costo di applicare la legge caso per caso, produce infami aberrazioni. E conduce a preoccuparsi più dei colpevoli che delle loro vittime innocenti.
Infatti attraverso sentieri tortuosi e non di rado aperti all’occorrenza, si giunge a liberare spesso spietati criminali. Una gara che vede in testa alla scalata della “summa iniuria” la psichiatria. La quale non solo arriva a stabilire che il criminale non era in grado di intendere e di volere. Ma anche che non lo era, soltanto nel momento in cui perpetrava il delitto. Evitandogli così, oltre alla galera, anche di essere rinchiuso  in qualche istituto. 

sabato 5 gennaio 2019

LA SVENDITA



Il declino impietoso del partito che fu capofila nelle battaglie per l'emancipazione, non ha certo un’unica ragione. Nessuna di esse potrà però mai raggiungere la cifra del tradimento, del principio costituzionale della laicità dello Stato.
Le religioni che fanno proselitismo sono agglomerati plastici che premono sul muro della separazione, in forza dei milioni di zelatori, convinti di conoscere la volontà di Dio. Un coro beghinico che, al grido di “tanto che male fa”, conculca la libertà di chi non crede nelle loro mitologie. Questo blob informe penetra ogni crepa e riempie ogni vuoto, chiamandolo poi tradizione. La divisione delle competenze non può funzionare,  se il confine tra lo Stato e le religioni è fittizio. Senza una diga ermetica, non si può pensare che costoro vengano a patti con la democrazia ed accettino di rispettare anche i diritti, di chi vuol vivere senza praticare alcuna religione. Aver messo a guardia di questo confine gente che indulge al clericalismo, è stata la più grande infamia commessa contro l’Italia nata dal Risorgimento. Un tentativo proditorio e maldestro di svendere l'anima e le radici di milioni di persone.
Ma gli elettori se ne sono accorti.