mercoledì 3 ottobre 2018

RIACE




Quello che spaventa non è ciò che ha fatto il sindaco di Riace, ma la strenua difesa da parte dei buoni, secondo i quali un rappresentante dello Stato può impunemente violare le sue regole.
Non rispettare le leggi che non coincidono con la propria visione del mondo, però, è sempre rischioso. Perché quando si inclina il piano, tutto rotola verso il basso. L’interesse personale, l’inganno, la sopraffazione, le brame inconfessabili. E anche  l’invadenza delle religioni contro la laicità stabilita dalla Costituzione.  Abusi sempre legittimati nella mente di chi li compie. Perché l’uomo giustifica tutto, anche l’omicidio.
Senza la rigorosa giustizia, alla fine si languisce nel disordine, nella violenza e nell’odio. Perché ognuno cerca sempre il proprio vantaggio. Le leggi servono ai deboli, non ai prepotenti.
Questo caso ha rischiarato la notte italiana e ci ha mostrato quale sia il suo problema. L’anarchia compiaciuta dei suoi cittadini e dei loro rappresentanti. Che è cosa ben diversa dalla disobbedienza civile. La quale ha un senso, solo se fatta da qualcuno alla luce del sole, accettandone le conseguenze.
Da questa anarchia nasce il familismo amorale, il disprezzo per  le regole e, in sostanza, la deriva verso l’imbarbarimento.

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