giovedì 30 gennaio 2014

RESOCONTO



Ieri nell’emiciclo tante mani
intente sui pulsanti deputati
a finanziar le banche dei privati
coi soldi ch’han versato gl’italiani.
C’è solo un gruppettino di sbarbati
che li contesta e scende giù dai piani
immantinente avvinto da decani
che cercan di fermar gli esagitati.
E dai sinistri scranni stanno urlando
fascisti a tutto spiano e grida accese,
ma non al civico che sta menando
bensì alla piccoletta che l’ha prese.
Lontano intanto gode gongolando
il socio imprenditore milanese,
mentre la capa, con savoir cortese,
declina il lungo crine dalla gente
e se ne va… senza vedere niente.

martedì 28 gennaio 2014

IL RANDELLO DELLA MAGGIORANZA



Ed ecco infine un caso da manuale,
quando il randello della maggioranza
decide a tavolino l’uguaglianza
anche se non è affatto tutto uguale.

E cresce nel mio cuore la speranza
che gl’italiani non si faccian male
con questa nuova legge elettorale,
se serve a far sparir la minoranza.

L’ha fatto quello in capo ai nigeriani
che riempie pian pianino le prigioni
di personaggi che lui chiama strani

e parla poi di piccole sanzioni;
che stan violando i diritti umani
dice però chi ha perso le elezioni.

domenica 26 gennaio 2014

IL CAMPO DI BATTAGLIA



Pennoni bianchi di maestosa altezza
tra macchie di celeste adamantino
ed una dolce vellicante brezza
dal mare spumeggiante del mattino

il cuore all’uomo e il guardo gli accarezza
e come mamma verso il suo bambino
gli rappresenta tutta la dolcezza
e l’agnizione dell’amor divino.

Ma sale truce dalla sabbia nuda
funesta una vision che lo attanaglia
e lo pervade d’un’angoscia cruda,

quando scrutando bene l’accozzaglia
par che l’inferno invece si dischiuda
su ciò che sembra un campo di battaglia.

lunedì 20 gennaio 2014

EL CANDIDAT


La prima volta ma la television
ma me quel m’era pars un squilibrat,
ma dopp i l’ho capit d’avé sbaiat
anca s’è stata brutta l’impression.

Ho dett tra d’me: mo chi è ste fanfaron
che sgaggia sempre e ch’ardà da matt
anca se chiatre propri gnent i han fatt
e dic ma tutti che si ‘n gran capron?

Mo i cla volta en avev capit gnent,
en ciavev fatt nemen un pensierin
ché quest en era mica un deficient

m’so dett, quant’i l’ho lett in tel Carlin
ch’adess in gir è pien de brava gent
che ‘l vol fè sindech…dla città d’Urbin.


Dialetto d’Urbino




Traduzione
IL CANDIDATO

La prima volta alla televisione
a me quello è sembrato uno squilibrato,
ma dopo io l’ho capito d’aver sbagliato
anche se è stata brutta l’impressione.

Mi son detto: ma chi è questo fanfarone
che urla sempre e che dà di matto
anche se gli altri nulla gli hanno fatto
e dice a tutti che sei un gran caprone?

Ma io allora non avevo capito niente,
non l’avevo neanche pensato
che questo non era affatto un deficiente

mi son detto, quando l’ho letto sul Carlino
che adesso in giro è pieno di brava gente
che lo vuol far sindaco…d’Urbino.

sabato 18 gennaio 2014

LA SPUMA DEL FRANGENTE


Balena calcitrante ‘l guizzo e spare
nel grembo protettivo ed accogliente
d’un nulla corrugato e indifferente,
e poi dal niente ancora ricompare.

L’acqua ribolle lunge all'avanzare
d’un grumo d'aria che inspiegabilmente
s'accresce e schiuma vigorosamente
allor ch’incede biancheggiando il mare.

Sorrade un grido di gabbiani il flutto
cerulo sotteso e stride e plaude
della natura all’opera fulgente,

di quel mistero onde promana frutto
la smisurata forza che dischiude
alla luce la spuma del frangente,

che si consuma e muore lentamente
quando la riva arremba ormai sfinita.
E quel che vedo a me sembra la vita.

mercoledì 15 gennaio 2014

IL PULPITO




Saranno anche problemi personali
ma allora, ma perché da Berlusconi
a Hollande mi rompono i coglioni
i giornalisti vispi dai canali?

Un giro di stronzate madornali,
un mondo fatuo senza paragoni
è quel che mostran le televisioni
e non è meglio quello dei giornali.

L’ho aperta caso vuole stamattina;
era ufficiale e indirizzata a me
la bianca sdolcinata letterina

e mi son chiesto: ma pagar perché?
Un pulpito che solo t’indottrina
nel far vedere un mondo che non c’è?

lunedì 13 gennaio 2014

BABBO NATALE




L’incontro un buio e gelido mattino
coperto dalla neve, sulle scale,
pieno di pacchettini mentre sale
per soddisfare i sogni d’un bambino
come lui. -  Gesù, - gli dico - dove vai?
Guarda ch’è già passato il tuo rivale!
Mi fissa con i suoi profondi occhioni
e poi, salendo con i doni, fa: - Ti sbagli sai,
perché non c’è  competizione
quando si porta la felicità.


Lo guardo serio, perché penso che
non c’era Babbo Natale nei miei sogni
dell’infanzia e questo mi confonde.
Allora dico: - Ma tanto non esiste!
Mi osserva il bambinello con lo sguardo triste.
- Non è per lui che mi dispiace,
- mi risponde -  ma per te,
che vedi il male anche se non c’è.

mercoledì 8 gennaio 2014

IL VALDOSTANO


Son venuto da lontano
con in testa il gran rovello
di saper se il valligiano
appartiene a questo o a quello

e neanche a farlo apposta
quando arrivo scopro che
questa gente in Val d’Aosta
è francese come me.

Salgo allora verso Cogne
con la testa più pulita,
dopo aver passato Issogne
e imboccato la salita.

Capodanno è assai vicino
e son quasi le ore tre
quando leggo un fogliettino:
“ Non esiste la Vallée”.

Non indugio per entrare
dove solo quattro gatti
stanno  assorti ad ascoltare
mentre parlan due sfigati

che, non so da dove scesi,
dicon che non l’italiano,
ma la lingua dei francesi
è più affine al Valdostano.

Però questo l’anno scorso,
che quest’anno un volantino
nella piana di Sant’Orso
mi preoccupa un pochino.

Sempre sotto Capodanno,
stessa sala in tardo orario
si prospetta anche quest’anno
un evento straordinario.

Si fa un’altra conferenza
sempre con i due figuri
a parlar con esperienza
tra gli stessi quattro muri.

Cambia denominazione
ma l’oggetto, caso strano,
tratta sempre la questione
del linguaggio valdostano.

Entro quindi ben deciso
a capire proprio bene
cosa nel Gran Paradiso
li fa stare ancora insieme,

ma quand’esco sono in coma,
rimbambito di sorprese,
perché par che sia l’idioma
né italiano né francese.

La partenza è un po’ angosciante,
perché lascio una montagna
di bellezza conturbante,
ma un tormento m’accompagna.

Caro Maire che stai lassù,
mentre io son quasi a Fano
me lo dici almeno tu
chi cazz’è sto valdostano?

domenica 5 gennaio 2014

LA SCUOLA ELEMENTARE


Fa la seconda il mio nipotino
e gli piaceva frequentar la scuola,
ma le insegnanti in una volta sola
gli hanno lisciato il pelo per benino

che lui ci ha ripensato, poverino.
Adesso gioca più con la pistola
e non gl’importa più di far la spola
quando che sale e scende dal pulmino.

Durante le vacanze di Natale
centocinquantasette paginine
da leggere d’un libro niente male

gli han dato, mentre loro, le maestrine,
han festeggiato con Babbo Natale.
E adesso lui le chiama le aguzzine.

sabato 4 gennaio 2014

ANCORA UNA



Spiccato appena il volo
e già ghermite l’ali
rifiuta la catena
l’allodola ferita.
E paga con la vita.
S’allunga un nero fiore
nutrito di mestizia
e un alto grido echeggia
tra spazi siderali.
Non mi parlar d’amore
quest’oggi mio Signore.
Prima dammi giustizia!

mercoledì 1 gennaio 2014

LADRI


Sento d’intorno tutto un giubilare
da quando un uomo buono siede al soglio.
E sai perché? Che dice sto Bergoglio?
Dice che devi smetter di rubare.


A me mi pare invece un grande imbroglio
tutti sti convertiti di Natale
che urlano indignati contro il male,
anche se mal pensare io non voglio.


Che forse qui c’è un po’ di confusione,
vista l’enorme folla variegata
di ladri ch’affondato ha la nazione
 

senza sentirsi parte interessata. 
Perché si ruba sì con l’effrazione,
ma anche con la carta, se bollata.