giovedì 31 ottobre 2013

LA DOPPIEZZA UMANA



Tremore
nell’aria fredda della notte,
mentre sordo
 un fragore
di ruote si levava
dall’asfalto nero.

E poi dall’alto
 verdeggianti le colline
dell' Edimburgo arcana,
dove s’aggirava,
rivelata alfine,

la doppiezza umana.

Brodie si chiamava
e fu impiccato in piazza.
Ma Stevenson,
rendendolo immortale,
dimostrò che non s’ammazza.

lunedì 28 ottobre 2013

A UN EX ASSESSORE




Cinque minuti prima della fine
a quel convegno io ti vidi entrare.
Giacca marrone, scarpe in tinta affine,
callido l’occhio, intorno per scrutare
dove si fosse il tanto ambito loco
ove saremmo andati per mangiare.
Parlai d’ambiente solo ancora un poco,
essendo io quel giorno il relatore,
e a tavola, tra il chiacchiericcio roco,
riempisti la tua pancia da assessore.
Becere le battute da caserma
che ci facesti poi sorbir per ore.
E adesso sulla pagina malferma
la leggo sul giornale che ho comprato
della notizia infine la conferma:
che la richiesta di quel magistrato,
dopo una lunga indagine severa
che non aveva mai punto archiviato,
è stata di quattr’anni di galera
esposta con estrema precisione,
la voce ferma e la postura altera.
Pensavi d’esser furbo e sei coglione?
Ma sei solo d’Italia un deprimente
emblema del declino e la ragione.
E fosti pure vice presidente!
Si strugge chi ti scelse d’afflizione.
Io non lo so se tu sei innocente,
ma avendo conosciuto il tuo passato
mi lascia il tuo destino indifferente,
come l’altrui per te sempre lo è stato.


lunedì 21 ottobre 2013

RICORDO DI MIO PADRE



Spalanco gli occhi, fredda la mattina,
riverberando le pareti storte
bisbigli tra le stanze buie e smorte
e odore di caffè dalla cucina.
In piedi muto, fuori ancor la brina,
scalzo mi stò tra le sbilenche porte
e tu mi abbracci al petto forte forte,
mia madre muta e stretta a te vicina.
È gelido il piancito alla finestra
mentre di sotto, nella via Minore,
con la callosa mano da emigrante
trascini la valigia assai pesante.
La nazionale accesa e spento il cuore
scompari svelto nella via maestra.
Dal pianto della mamma alla mia destra
io l’ho capito però babbo, sai,
ciò che ti spinse a non voltarti mai.

sabato 19 ottobre 2013

URBINO



Cos’è questa melensa prostrazione
che sento all’apparir delle tue guglie?
È il fievole stormir delle tue foglie?
Da dove arriva intensa l’emozione
e quella sbigottita alienazione
che provoca il languore che mi coglie?
Son forse l’ombre che’l tramonto scioglie
delle montagne alla contemplazione,
dalle panche del pincio, tarde l’ore?
O è invece che i tuoi vicoli ed i muri
degli anni andati ormai del gioco vieto
tra gli scalini e gli orti allo spineto,
nei giorni allegri di quei tempi duri,
trattengon la memoria ed il sapore?


martedì 15 ottobre 2013

L'ORIGINE DEL MALE


Partendo dalla grande foce al mare
ho risalito il fiume del dolore,
cercando quel che possami spiegare
la grande assenza al mondo dell’amore
e donde viene tumultuoso il male.
Tra campi e valli pieni di colore
s’inerpica la strada e piano sale
scorrendo il fiume in mezzo alle colline
d’un paesaggio impervio e diseguale.
Diverso dai tramonti alle marine
e dove i segni d’orride alluvioni
si vedon tra gli anfratti e le rovine.
Ascolto e interrogo angosciato i suoni
che giungon dalle funestate lande,
ma dalla bocca di quei visi buoni
non trovano risposta le domande.
Gli occhi sbarrati e la memoria piena
di storie le più tragiche e nefande
proseguo per le vette di gran lena.
Lungo la via fanno arricciare il crine
lamenti di bambini e gente in pena.
Il sole splende sulle bianche cime
e illumina potente le distese
di rivoli e ruscelli senza fine,
a dilavar pareti assai scoscese
per riversarsi nell’angusto rio
che in lontananza già si fa palese
pronto nella partenza al lungo addio.
Rigagnoli e zampilli d’acqua pura
opera della creazion di Dio
o se si vuole fatto di natura.
Scorre la rutilante avidità,
mentre l’invidia appare un po’ più scura
e la superbia spilla un po’ più in là.
Sgocciolano  lontano lentamente
l’indifferenza con la crudeltà.
Emerge l’egoismo della gente
e pur la roccia nel cammin si sparte
di tanta cattiveria prorompente.
Scendono sia dall’una e l’altra parte
dei dirupati fianchi del cantone,
per confluire nella stessa sorte
e dare vita all’onda nel vallone,
dove quello sgorgare vi s’annega
in una bianca e spumeggiante unione.
Ma tal modesto afflusso non lo spiega
che ‘l fiume periodicamente soglia
di tanto devastare la congrega.
Scorgo su in alto allora una muraglia
a chiuder della valle i due versanti
che dritta avanti a me tosto si staglia
e quando per veder mi faccio avanti
leggo “INGIUSTIZIA” ben scolpito il nome
su quella diga costruita in tanti.
Solenne frutto della dea ragione,
arte grandiosa dell’ingegno umano,
motore primo di ogni esondazione
quando quell’acqua che ha riempito il vano
si scarica tuonando nel burrone.



sabato 12 ottobre 2013

IL CONSIGLIERE REGIONALE




Un fremito, e lo sdegno lento sale
vedendo quel che basterebbe a tanti
costretti dal lavoro a star distanti,
largito a un consigliere regionale
che certo quel denaro non lo vale,
quando si vedon certi visi affranti
che sottostanno a regole umilianti
composte in fretta da scipite sale.
Me lo ricorda nel mio bel giardino
quel che d’autunno trovo di più bello
senza poter gustare quel porcino
perché non ho pagato il suo balzello.
E l’ultima proposta di un cretino
colpito dalla foia del controllo
che vuol tenerci al freddo obtorto collo,
mandando guardie già di buon mattino
a spegnere d’inverno il mio camino.

mercoledì 9 ottobre 2013

L'INTENZIONE


Sotto la luce bianca d’un lampione
che sferza il nero asfalto della strada
battuta da un energico acquazzone
arranca nella pioggia un’ombra brada.
Sgranando gli occhi per il poco lume
affianco allor l’insolita creatura
e vedo un rosso gambero di fiume
che incede piano nella notte scura.
Ma dove vai? Gli chiedo pensieroso
mentre le dita gli avvicino al dorso
per sollevarlo attento ed affettuoso
e metterlo del fiume dentro il corso.
Ma lui travisa il gesto premuroso
e inarca le sue chele al mio soccorso.
Eterno degli eventi e ugual ricorso,
ch’è vana ed assai stolta presunzione
l'indovinar dai gesti l'intenzione.


lunedì 7 ottobre 2013

IL RISVEGLIO



Il mondo è solo un sogno che si fa,
dove qualcosa esiste, lotta e muta
che l’occhio tuo cattura e che trasmuta
in quello che la mente poi vedrà.
Ci entra chi soltanto nascerà,
dove la fuga è sempre sconosciuta
per l’anima ingabbiata e detenuta,
e si esce solo se si morirà.
Di questo ci hai timore raggelante?
Di ritornar da dove sei venuto?
Ma il tempo del risveglio è d’un istante
e quello che ti par d’aver perduto
rendendoti sbiadito e tremolante,
nella realtà tu non l’hai mai avuto.

mercoledì 2 ottobre 2013

LA VITA


Di certo non lo senti,
ma non si ferma mai
il cuore delle genti
che muoversi vedrai
e scorre senza impatto
nelle tortuosità
quel liquido scarlatto
che vita ti darà.
 Miliardi di neuroni
e quante notti andate,
giornate di tristezza,
memorie accumulate.
Non si può concepire
questa complessità,
non lo si può capire
come  funzionerà.
 Mentre di gioia ridi
oppure quando mangi,
nei cupi incubi orrìdi
o quando solo piangi,
se corri o se stai fermo,
nel freddo o sotto il sole,
davanti al teleschermo
o mentre fai l’amore,
 un firmamento intero
gira dentro di noi
a muover un  mistero
che immaginar non puoi.
E la domanda ardita
non è perché si muore,
ma che ci sia la vita
e perché batte il cuore.