C’è un motivo per il quale un razionalista
non dovrebbe augurarsi l’annientamento elettorale dell’insano patto tra laici e
cattolici, realizzatosi nel PD?
Partito riempito per metà di boy-scout,
chierichetti e insegnanti di religione e per l’altra metà di atei devoti,
convinti di poter arginare l’afflusso di religioni incompatibili con la
democrazia, rilanciando il cattolicesimo tra i cittadini.
Ci si illude che questa sia la nostra
tradizione secolare, ma ciò è falso. C’è una tradizione anticlericale,
soprattutto nelle regioni che hanno sperimentato la teocrazia, che è
altrettanto popolare e radicata. Tutta gente tradita dagli eredi di un partito,
al quale l’avevano affidata. E che si è ritrovata da un giorno all’altro priva
delle basi culturali necessarie a contrastare l’ondata oscurantista, che ha
sommerso la laicità dello Stato. Come dire che i loro padri avevano scherzato.
Tutte le religioni sono dannose per la
società, perché privilegiano la superstizione all’evidenza e la propagazione
delle credenze attraverso l’indottrinamento, anziché sul libero e obiettivo
controllo delle affermazioni. Esse creano cittadini acefali, incapaci di un
giudizio critico.
Non meravigliamoci della prepotenza della casta clericale
e dei privilegi di cui gode. Il Vaticano fa il proprio lavoro. Qualcun altro
non ha fatto il suo.
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