martedì 27 gennaio 2015

L'INFLUENZA



Sotto il tepore
dove si svegliano le ombre
mi sovviene da lontano
un viso dolce come la nostalgia.
Tra visioni e tra penombre
mi rimbocca le coperte piano
e poi si stacca e fugge via,
come obbedendo ad un comando dato.
Strana presenza
questa che si dissolve nel passato
al tempo dell’infanzia mia,
dovuta solo grazie all'influenza.


lunedì 19 gennaio 2015

IL FANATISMO



Ci son fatti che aprono cesure
e mutan corso alla storia umana
e credo che nelle giornate oscure
di Parigi, dell’altra settimana,
uno di questi eventi sia avvenuto.
La storia a chi la vive non è strana
e quel che accade sembra un po’ dovuto.
Solo i poeti vedono più in là
e qui ci son due fatti in assoluto
d’una straordinaria gravità.
Se quel ch’entrar ti fa nella magione
e ti concede l’ospitalità
poi viene ricambiato col bastone,
qualcosa certamente cambierà.
Ma ancora peggio è stata l’uccisione
della cultura d’una civiltà.
Quando chi usa la lapidazione
nel nome della legge del suo Allah
e un blogger per la sua pubblicazione,
che ha criticato la teocrazia,
lo fa frustare senza remissione
vuol instaurar da noi la sua Sharia
e pensa di insegnarci la morale,
non sa la convivenza cosa sia.
Sappiamo noi come si condannava
e il sangue che costò la verità.
Anche da noi ci fu chi li bruciava
i combattenti per la libertà.
Per questo la cultura ben più forte
è radicata nella società,
nell’animo di gente che la morte
preferirebbe al totalitarismo
che a voi invece è capitato in sorte.
Benché sia pronto un sano perbenismo
a rinnegar la libera espressione
che ha garantito lustri di civismo
tra le diverse idee delle persone,
c’è ormai un grande inconscio collettivo
che anche senza alcuna cognizione
non resta indifferente né corrivo
a questa turpe e infame codardìa.
L’illuminismo qui in Europa è vivo
e saprà far da diga alla Sharìa.

venerdì 9 gennaio 2015

NEL NOME DI DIO



Tantum religio potuit suadere malorum
A un così atroce misfatto poté indurre la religione.
                                                                                       (Lucrezio- Primo secolo avanti Cristo)

  

Si dice sotto traccia,
lo si sussurra piano;
la satira che graffia
gli ha preso un po’ la mano.
Io certo vi capisco,
questi non son normali,
li guida il fanatismo.
Quindi? Come si fa a sapere
quando gli basterà?
Dire si può, ma piano;
il segno, più sottile!
E quando finalmente
gli hai dato il giusto tratto,
il foglio trasparente
puoi farlo anche vedere.
Ecco la libertà,
che agisce nel rispetto:
tacer la verità.


mercoledì 7 gennaio 2015

L'ASCESA




Le punte dei bastoni
sfrigolan nel biancore
e scrocchian gli scarponi
sotto i pesanti rami
curvati dal candore,
come guantate mani
protese sul saliente.
Di tra i rugosi tronchi
s’intravede un lucore
e nella luce lieve
lo spigolo tagliente
dei monti con la neve,
sotto un azzurro greve.
L’aria senza calore
brucia ed arrossa il viso
e un suono sconosciuto
rivela l’ansimare
profondamente muto
di questo paradiso.
Non sento una mancanza
e non mi serve aiuto.
Orme di caprioli.
Stambecchi in lontananza.
Diversità di specie,
io solo della mia.
Camosci con pudore
che brucano licheni.
Nessuno fugge via
e  l’innocenza hanno
di chi non ha timore.
La crudeltà non sanno
e i miasmi di bassura
non giungono fin qua.
Non sanno la ventura
d’aver la libertà.
Sbuco in una radura.
Il bosco alle mie spalle.
Membra surriscaldate
dal lungo camminare.
Sotto di me la valle.
Riempio i miei polmoni
col gelido vigore
d’un’aria che non pesa
e non possiede odore.
Spianata biancotesa,
cime vertiginose,
cristalli scintillanti
dopo la lunga ascesa.
Grandiosità silente,
quassù, dove il passato
s’abbraccia col futuro
e incombe in un presente
dalla perenne quiete
che lascia senza fiato.
L’acqua delle cascate
ch’estinguono la sete,
del ghiaccio ha qui il colore.
Un’armonia sovrasta
i fiumi e le vallate
che l’animo riscalda
come d’estate il sole.
Mi volto e a malincuore
scendo per il sentiero.
Si sta facendo scuro
e il cuore di bambino
si mostra un po’ insicuro.
Quasi mi manca adesso
dell’uomo il suo calore.
Poi proprio a qualche metro,
già nell’uman consesso,
la vedo che strascina
dal collo agli scarponi,
cinquanta e più  visoni.
S’impuntano i bastoni:
voglion tornare indietro.