sabato 30 giugno 2018

IL PARADOSSO



Per l’uomo che si fa domande la vita è paradossale. Ma, cos’è il paradosso?
Andare contro il senso comune. Contro l’opinione maggioritaria. L’inaspettato. Questo è il paradosso. E la vita ne è piena.
Ma se il paradosso va contro l’opinione comune, allora c’è qualcosa che non va in quell’opinione. Dunque, la presenza di paradossi rivela l’inconsistenza delle nostre convinzioni. La loro fallacia.
Certo, presa come viene, la vita sembra coerente, logica e sostanzialmente giustificata. Ma questo significa soltanto che il nostro cervello ha trovato il modo di farci vivere in un mondo illusorio, senza contraddizioni. Il paradosso emerge quando si alza lo sguardo, e si vedono cose fuori dall’ordinario.
Einstein ci dice che lo spazio tempo decide il movimento della materia. Ma la materia decide la forma dello spazio tempo. Come nel paradosso di Escher. Quale mano disegna l’altra?
Noi viviamo nel presente. Ed il presente non è che il confine tra il passato ed il futuro. Dunque qualcosa senza tempo, come il confine tra due punti nello spazio è senza dimensioni. Eppure la nostra vita si svolge tutta lì. Nel nulla.
L’universo sta nella nostra testa, ma la nostra testa sta nell’universo. Come è possibile?

giovedì 21 giugno 2018

L’ONESTÀ INTELLETTUALE




La misura della felicità di una nazione ha più a che fare con l’onestà intellettuale, che con le condizioni economiche. Poiché la prima aumenta l’autostima e le seconde soltanto il benessere. E poiché gli italiani non si dichiarano tra i popoli più felici, ne consegue che la prima non è molto praticata nel nostro paese. Onestà intellettuale significa semplicemente dire la verità.
Ci sono sistemi politici nei quali, se lo si fa, si rischia di finire male. Per questo il totalitarismo sarà sempre il brodo di coltura dell’infelicità. L’Italia però non è un paese totalitario. Perché le persone allora preferiscono dissimulare il proprio pensiero, molto spesso anche a se stessi?
Nasce dalla biologia la pulsione di sentirsi parte di  una comunità. Non essere diversi dagli altri ci tranquillizza, ci dà sicurezza e ci spinge a conformarci anche su cose che non ci piacciono. Questo però comporta una profonda frustrazione. Causata dalla rimozione di pensieri e sentimenti spontanei, che non possono convivere  col nostro comportamento.
Recuperare la propria individualità costa fatica. Ma vale la pena sacrificare l’autostima per vivere tranquilli?
In fondo dire la verità può costare l’isolamento, ma non la vita, come accadeva ai tempi di Galileo.

giovedì 7 giugno 2018

LA MARCIA




Dimenticati l’odio ed il furore,
scodinzolando senza dignità,
la lunga fila delle nullità
s’infolta e marcia verso il nuovo amore.
Come al vino la luminosità,
le stelle fanno lor cambiar colore
e già parlan tra loro d’onestà,
rispolverando il senso dell’onore.
L’inviso populismo apprezzerà
anche il piddino pieno di rancore,
se, come è stato, esso servirà
ad ascoltar la gente e il suo dolore.
E Sgarbi lentamente sparirà
senza rimpianti, il mortificatore
di questa Italia bella, che vedrà
fiorire ancora i prati e il buon umore.
E un grillo saltellando canterà,
con un giullare e un guru stretti al cuore.