Tepido
vento che accarezza in viso
un
fiore pencolante nella brezza,
che
guarda e poi s’incurva in un sorriso
verso
la mano stanca e la carezza
d’un
vecchio bianco sulla terra assiso.
Un
suono sordo quel silenzio spezza,
mentre
l’uccello nella terra intriso
di
vita e desiderio ancora olezza.
Io
m’avvicino piano quando il vento
risuona
tra le canne una melòde
che
muove a compassione la natura.
Ma
muore solo e puro quel concento
d’un
pigolìo sommesso che non s’ode
nel mondo triste d’una razza impura.