lunedì 23 settembre 2013

L'OMARELLO




Non si sa da dove viene
non si sa che cosa fa,
dentro casa non si tiene,
ne son piene le città.

È diffuso in tutto il mondo
dove sol muta il vestito,
ma si guarda sempre in tondo
e non alza mai un dito.

Riservato quando avanza
solitario per la via,
mostra invece più baldanza
se si trova in compagnia.

Quando piove apre l’ombrello,
segue l’ombra se c’è il sole,
per il resto l’omarello
non consuma molte suole,

tutto il giorno a parlottare,
circondato dai sodali,
arduo assai da individuare
perché sono tutti uguali.

Tanto tempo e senza fretta
per le strade o in capannelli
nelle piazze, lui discetta
e risolve i tuoi rovelli

nel bagnato o nell’asciutto,
a suo agio tra la gente,
commentando proprio tutto,
tralasciando proprio niente.

Qualche volta nel quartiere,
testa alta e dritto il collo,
lui va a caccia di un cantiere
da tener sotto controllo

dove, mani sulla schiena,
con le giacche o coi cappelli,
richiamati di gran lena
si radunan gli omarelli

come ferro sul magnete,
alle falde del cratere
o davanti a quella rete
per mostrare il lor sapere.

Si consulta e poi chiarisce
traguardando gli operai
e consigli gli impartisce
di parole parco mai

dalla grande competenza.
E s’infervora e accalora,
ma sfidando la pazienza
di chi suda e che lavora.

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