mercoledì 29 ottobre 2014

LA SUDDITANZA D'ORDINANZA


L’ho aspettata con gran pena
l’ho aspettata ansiosamente
il gran freddo non appena
s’avventò sordidamente
tra le mura ormai bagnate
della fine dell’estate.
Mai cedemmo tuttavia!
Anche se battevo i denti
e tremava la mia gamba
noi restammo indifferenti,
rispettosi della legge,
da qualcuno detta stramba,
che comanda all’itaglione
di penare per il freddo
quando si è fuori stagione.
La mia bella caldaietta
ben pulita e controllata
tutto a posto la bolletta
ricevuta e ben pagata
né il metano scarseggiava.
Ma d’accenderla neanche
noi d’accordo si pensava.
Con le membra fredde e stanche
l’ordinanza s’aspettava!
La notizia è assai recente:
oggi il primo cittadino
molto assai benevolmente
col suo candido visino
ha deciso finalmente
che possiamo legalmente
fare il fuoco nel camino.
Grazie, grazie veramente!

mercoledì 22 ottobre 2014

LA FINE DEL GIORNO



Muore la stella dietro la collina,
mentre la nera coltre della sera
arranca e sale su per la sua china,
con un ultimo bagliore. E là,
sulla flessuosa pelle tremolante,
anche la scia dorata se ne va.
Un’ombra dalla cima si protende
che rende l’aria intorno fredda e scura.
E un movimento insolito riprende
di gente cupa, che silente s’incammina
nell’ora in cui la voce già s’incrina
pe’l gelido tremore e la paura
che vaga si diffonde verso il cuore.
In mani misteriose è la mattina!

giovedì 16 ottobre 2014

LA DISOCCUPAZIONE



Vedere i pesci sotto
nuotare la tua casa
e non pensare al mare.
Emigra la ragione!
Nessuno sa che fare
per abbassarne il tasso
che cifre spaventose
annunciano in aumento
di disoccupazione.
E intanto si rincasa;
lassù sulla parete
manda bagliori freddi
la pia televisione.


venerdì 10 ottobre 2014

LA SCELTA


Sciamare come torrenti lungo strade affollate

o radicarsi al suolo con forza irresistibile

come fanno i ginepri sulle pendici

sferzate dai venti e solitarie

non ci è dato, di sceglier

questo nel vorticoso

mondo in cui ci

ha deposto

il fato.

venerdì 3 ottobre 2014

L'ASSENZA


Seduto su una scheggia d’universo
guardo lo specchio nero che riflette
soltanto il gran silenzio siderale.
Non sento il vento che alita la vela
per l’infinito mare
e immobile mi sembra il firmamento
che luccica di tremuli bagliori
e vive solo grazie a un sole spento.
È fredda l’aria nella notte scura
e gelido è il mio cuore,
che sa d’essere dentro un’esistenza
schiacciata da un'assenza che spaura.