lunedì 22 ottobre 2018

L'ESTINZIONE






45.000 anni fa il Neandertal, che abitava l’Europa, udì battere verso sud i tamburi che annunciavano l’arrivo dell’homo sapiens. 
Egli si era adattato talmente bene al freddo, da sopravvivere tre glaciazioni e centinaia di migliaia di anni, senza mai cambiare il suo modo di vivere. E quando incontrò il sapiens, lo guardò con sufficienza. Accortosi poi che aveva addomesticato il lupo, con disprezzo. Un cacciatore come lui non apprezzava di vivere con le bestie. E quando i suoi stregoni, dalle televisioni, cominciarono a chiamare barbari quei nuovi venuti, ne evitò la compagnia. L’estinzione non giunse rapida. Un freddo pungente e abbondanti alluvioni avevano allontanato i grandi carnivori che cacciava. Privilegi, vitalizi, pensioni d’oro. E siccome l’abbondanza lo aveva portato a disdegnare i pasti frugali, cominciò a sentire i morsi della fame. Il fratello sapiens, invece, aveva i cani. E, tramite loro, abbondanza di selvaggina. Uccelli, lepri e volpi, che il Neandertal aveva scartato. Spinto dal bisogno egli abbandonò allora l’altezzoso isolamento. Ma era troppo tardi,  perché solo l’unione delle sue donne con la nuova specie era feconda. Ed egli scomparve per ibridazione.

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