lunedì 24 luglio 2017

LA LEGGE FIANO




Con tutto il rispetto che merita, per il tragico passato che ha colpito la sua famiglia, questa nuova legge Fiano mi sembra inutile. Infatti l’apologia del fascismo era già un reato, ma non ricordo nessuno che sia andato in galera per questo.
Il fascismo affonda le sue radici nei meandri bui degli istinti umani. Quelli della violenza e della prevaricazione, che non sono affatto scemate in questo paese. Ma esse, a tanti anni di distanza dalla fine della dittatura, non possono essere attribuite soltanto ai quattro scervellati che ancora inneggiano alle bande nere.  Significherebbe cristallizzarsi su uno schema obsoleto e fallace.
Oggi il problema del fascismo non è più il fascismo, ma è la prepotenza in generale, e questa non riguarda soltanto la destra. Una democrazia non può convivere con la violenza, la minaccia, l’abuso e la sopraffazione, che ne sono la negazione. Il problema è dunque quello del disprezzo per le leggi da parte di delinquenti e criminali che scorazzano liberamente indossando le proprie scarpe, in qualsiasi modo si vogliano chiamare. Tutta gente che circola impunita, perché la condanna per i colpevoli in Italia è diventata un’opzione scarsamente praticata.
A causa di una impostazione ideologica interessata da una parte e accettata supinamente dall’altra, il concetto della giusta sanzione è stato travasato nella categoria del “giustizialismo”. Con la conseguenza che non soltanto il fascismo becero a sfondo patologico, praticato ormai da pochi soggetti, ma anche la più gratuita e spicciola prevaricazione fioriscono rigogliosi sul terreno ben concimato del cinismo che ha guidato finora la nostra classe politica.
Quanti abusi di potere sono stati commessi con leggerezza da dirigenti pubblici nominati dai partiti cosiddetti costituzionali?
Un paese dove non si puniscono i colpevoli e non si premiano i meritevoli non è un paese serio e troppi esempi ormai rendono inevitabile la domanda cruciale: ma per chi legifera il nostro legislatore?
Forse un’idea che viene da lontano ha contribuito alla deriva del buon senso e alla vittoria dei “garantisti” interessati, facendo in modo che si coccolassero più i criminali delle loro vittime. L’idea che l’uomo non sia mai veramente colpevole e che, in fondo, siamo tutti peccatori. Con la conseguenza di prestare più attenzione al carnefice che alla vittima e che a milioni di persone, le quali in silenzio e dignità fanno il proprio dovere e rispettano le leggi, sia data meno importanza che a un criminale pentito.  
Ma se è vero che siamo tutti peccatori, questo non ci consente però di eliminare il concetto della responsabilità. L’uomo infatti può proseguire o fermarsi di fronte al sentiero dell’illegalità. E questo nella totale ed incondizionata libertà. Se procede nell’errore, che qualsiasi uomo riconosce per la legge morale che si porta dentro dalla nascita, lo fa a suo rischio e pericolo e nella assoluta consapevolezza di essere un colpevole suscettibile di una condanna. Egli è dunque sempre responsabile delle proprie azioni.
L’eccessiva benevolenza ha dimostrato non solo di non essere efficace, ma di contribuire alla diffusione dei comportamenti illeciti. Perché solo la paura trattiene i criminali, mentre l’impunità spinge alla lunga anche le persone che non lo sono  verso la china della scorrettezza.
L’Italia è ormai diventata un aggregato di associazioni, logge, comunioni, affiliazioni, sodalizi, compagnie, società, corporazioni, confraternite, cooperative, consorterie, sette e circoli, tutti impegnati a favorire i propri aderenti a scapito di tutti gli altri cittadini. Questa non si può chiamare democrazia. Trattandosi di un mannello di persone legate insieme dalla robusta corda dell’interesse, vogliamo chiamarla “fasciocrazia”?
Esso è il pericolo attuale e contro di esso si dovrebbero spendere le persone oneste e consapevoli. Perché ogni categoria potrebbe usare il proprio potere per prevaricare e  occultare le malefatte dei propri affiliati.  Medici che curano più i loro interessi che quelli dei pazienti, cooperative che non cooperano, dirigenti pubblici corrotti, torturatori dentro le stesse forze dell’ordine, no profit che fanno profitti, banchieri ladri, magistrati che pugnalano alle spalle altri magistrati, funzionari di partito che scambiano il voto col favore,  preti che abusano dei piccoli loro affidati, avvocati che non difendono, professori universitari che non vedono mai una cattedra, tutti coperti dallo spirito di corpo della propria categoria, invece di esserne allontanati con infamia.  Questo ed altro potrebbe accadere, non un nuovo fascismo, se lo Stato non sapesse tutelarsi, sbattendo in galera fino all’ultimo giorno, senza sconti e prescrizioni, i colpevoli di qualsiasi risma. Ma bisogna farlo prima che la fasciocrazia si insinui nelle supreme istituzioni legislative, dove potrebbe perfino scriversi le leggi a sua immagine e somiglianza.

giovedì 13 luglio 2017

LA SUFFICIENZA





Dare ai pesci il buongiorno
nuotandogli vicino
immerso nel silenzio
nel mare del mattino
con tanta quiete intorno
che rende sufficiente
il mondo trasparente
e cristallino.