lunedì 25 agosto 2014

I GAVETTONI



Essere lievi pur nella penombra,
pur quando il giorno m’è assai grave amico
e aprir le tende al sole quando adombra
la cupa tabe del lirismo antico.

Non annoiarti, questo non vorrei,
per questo scrivo versi assai leggeri;
non farti mai sentire quel che sei
se non per scherzo, anche se son sinceri!

Eppure di momenti in cui barcolla
questa mia presunzione letteraria
è piena la giornata; in cui mi molla
quell’aulica  certezza egualitaria.

Così nell’acqua fino al collo immersi
di questa capricciosa nostra estate
dai giorni freddi e cupi e non diversi
da quelli di stagioni più avanzate,

vedendone sì tanti di coglioni,
che sproloquiando di malati e SLA,
se’n vanno in giro a farsi gavettoni
sol per la loro immensa vanità!

venerdì 22 agosto 2014

LA MANCANZA


In un’aria serotina
impregnata dall’olezzo
della  lieve ginestrina
mi dicesti ch’era un pezzo
che lo stavi tu anelando
ed io dissi di rimando
che l’amore è birichino:
si nasconde di tra i fiori
e persino tra lo sterco.
“È da molto che lo cerco!”
ripetesti tra i languori.
Poi comparve un po’ di vento
e si scosse la campagna
quando tu con voce stanca
mi dicesti a cuore aperto:
“È da tanto che mi manca!
la mia vita era un deserto
desolato e senza rezzo”
“Sei affranta?” dici, “Certo!
siam seduti qui da un pezzo!”
Allor  tocco lentamente
la tua chioma assai fluente
che, sfiorata appena appena,
mi s’accascia come niente
ben più ratta che repente.
E dai fiumi del passato
prepotente avanza un’onda
che ripete di gran lena:
“Ero schiva e pudibonda,
ero schiva e pudibonda!”
Ancor oggi, quasi vecchio,
la sua sola rimembranza
mi sconvolge anche parecchio
se ripenso a tutto il male
che può fare la Mancanza,
che produce tanta pena
e un risucchio pertinace
che ti schianta e che ti drena.

lunedì 18 agosto 2014

SALENTO


Da un Angelo mi vinni chist’iddia
d’uno tacco che scalcia versi duri
come i vibranti colpi dei tamburi
nelle notti d’agosto di Grecìa.
Duri come la terra solatìa
e come i sassi dei solinghi muri
viaggiano alitando sugli scuri
ulivi dell’antica Messapia;
sull’arida campagna abbandonata
sui fichi tondi con le spine al vento
e sulle case bianche di calcina
per scomparire in corsa disfrenata
nel mare fondo e azzurro del Salento,
terra di gente ancora genuina.

martedì 12 agosto 2014

LA COOPERATIVA




Un giorno, caro amico,
ce lo dovran spiegare
qual genio universale
l’ha fatta ed ideata
la cooperativa.
Con la mia voce schiva
io non lo posso fare.
Lì dove agli sfruttati
hanno cambiato nome
chiamandoli associati,
proprio com'era prima 
senza però il padrone.



lunedì 4 agosto 2014

A UN AMICO


Comincia la mattina di buon’ora
la tiritera, tara, tera, tira;
sarà forse incazzata perché stira,
oppure perché tara, tira, tora.
La goccia  che la maglia tua s’attira
la bile gliela butta tutta fora
e il vino che ti bevi non ristora
se ti traguarda l’occhio pieno d’ira.
Poi quando ti riprende che hai sbagliato,
ciò che a chiunque capita, suppongo,
e certo non sei tanto rilassato
io ti capisco, amico, se hai pensato
che se non gli va bene il tuo dittongo
potresti trasformarlo in uno iato.
Non creder ch’a te sol sia capitato!
Qualcuno s’è ben tanto risentito
che a Terni se n'è andato trasferito.


domenica 3 agosto 2014

LA CACIARA



Si leva dal piano leggera
ghermita e sommersa dall’onde
rispunta di nuovo, ma nera
la copre la furia e l’asconde;

riprova a salire ma un vento
l’inonda di schiuma e scompare
ancora nel fluido elemento
travolta da vuote caciare.

Tu dici ben poco, perché?
Io scrivo! che per le parole
che dico altro modo non c’è,
di far lor vedere un po’ il sole.

venerdì 1 agosto 2014

IL CONFLITTO


La più vera ragione è di chi tace.
Il canto che singhiozza, è un canto di pace.
Montale



Mi additi quei bambini e poi mi dici,
mostrando il segno oscuro del terrore
con lo stendardo crudo del dolore
il quale li ha straziati: perché taci?
Non vedi i campi e le fumanti braci?
Non senti le vampate di calore
che lascian della carne il solo odore
nei cupi nascondigli inefficaci?
Dire chi ha torto? Dire chi ha ragione?
Questo è per te che dovrei fare io?
Ben altro però vede la poesia.
Che cosa vale al mondo un’opinione
quando colui che voi chiamate Dio
muove l’azione tua e anche la mia?
Io piango la finzione e la bugia!
Dov’è nel mondo quell’umano amore
di cui si parla e che non c’è nel cuore?