Non si può essere così fanaticamente
relativisti, da negare che esista qualcosa di assolutamente cattivo o
assolutamente buono. Ma il massimo del relativismo, mascherato dietro la
rivelazione di verità eterne, lo predicano le religioni. Perché ci sono tante
morali, quante sono le fedi al mondo.
L’etica, però, non nasce dalle religioni,
bensì dalla comune natura umana. Essa sorge dalla reciprocità, per cui chi
uccide può essere a sua volta ucciso. E dalla compassione, che rimorde la
coscienza, se non si aiuta chi ha bisogno. Solo l’indottrinamento dei fanciulli
può depravare la natura a tal punto, da far accettare l’infibulazione, la
lapidazione o la pratica di bruciare vivi i dissidenti.
Ci sono voluti secoli di lacrime, per creare in
occidente società democratiche e liberali, osteggiate dalla chiesa. E contrastare la penetrazione di fedi
incompatibili coi nostri valori, riempiendo i muri di crocifissi, è puro
delirio. Chi lo promuove è solo un clericale, che coglie il momento, per
conculcare il secolarismo e le sue
conquiste.
Lo Stato non ha bisogno di religioni, che sono
tutte opinabili, ma di laicità, che difende la libertà di tutti. Chi capisce
questo, non dovrebbe dolersi della fine di un partito, che l’ha svenduta.
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