giovedì 13 settembre 2018

IL RELATIVISMO




Non si può essere così fanaticamente relativisti, da negare che esista qualcosa di assolutamente cattivo o assolutamente buono. Ma il massimo del relativismo, mascherato dietro la rivelazione di verità eterne, lo predicano le religioni. Perché ci sono tante morali, quante sono le fedi al mondo.
L’etica, però, non nasce dalle religioni, bensì dalla comune natura umana. Essa sorge dalla reciprocità, per cui chi uccide può essere a sua volta ucciso. E dalla compassione, che rimorde la coscienza, se non si aiuta chi ha bisogno. Solo l’indottrinamento dei fanciulli può depravare la natura a tal punto, da far accettare l’infibulazione, la lapidazione o la pratica di bruciare vivi i dissidenti. 
Ci sono voluti secoli di lacrime, per creare in occidente società democratiche e liberali, osteggiate dalla chiesa.  E contrastare la penetrazione di fedi incompatibili coi nostri valori, riempiendo i muri di crocifissi, è puro delirio. Chi lo promuove è solo un clericale, che coglie il momento, per conculcare il secolarismo e le sue conquiste.
Lo Stato non ha bisogno di religioni, che sono tutte opinabili, ma di laicità, che difende la libertà di tutti. Chi capisce questo, non dovrebbe dolersi della fine di un partito, che l’ha svenduta.

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