Quando un paese non funziona, ci sono due
strade per evitarne la paralisi. Una classe politica seria e laboriosa, che
proceda sul terreno faticoso delle riforme, a colpi di leggi ben assestate.
Oppure l’adattamento, lubrificandone i meccanismi inceppati attraverso la
corruzione.
La prima strada richiede la maturità dei
cittadini e l’impegno concreto delle classi imprenditoriali, che maggiormente
subiscono l’effetto deleterio di una burocrazia giurassica. Ma non è quella
che si è adottata in Italia.
In primo luogo perché la consapevolezza dei
cittadini è stata soffocata da una scuola smidollata e condizionata dai veti
delle truppe dogmatiche, che hanno impedito lo sviluppo nei giovani di una
mentalità critica e consapevole. Si veda che fine ha fatto l’ora alternativa
alla religione cattolica.
In secondo luogo perché gli imprenditori, a
partire dalle loro associazioni, invece di spendere qualche energia per
migliorare lo Stato, hanno preferito adattarsi in ordine sparso al sistema corruttivo.
Gli imprenditori sono, tra tutti i cittadini, i più informati sui sistemi illeciti
per ottenere vantaggi dalla pubblica amministrazione.
Tutto questo, però, non sarebbe mai stato
possibile, senza un sistema generalizzato di impunità, garantito dai nostri
politici. Il cosiddetto “garantismo” all’italiana, dove la pena la pagano solo le
vittime.
Nessun commento:
Posta un commento