mercoledì 26 ottobre 2016

L'OBIETTORE DI COSCIENZA



Così la terra gira ed alla luce
riporta anche l’infamia, tuttavia,
con tutto quello che con sé conduce
l’ignavia e  l’arrogante ipocrisia.
E questa storia triste e svergognata
dal sole di Sicilia prende il via.
Laggiù una sorte orrenda e immeritata
colpiva la tua giovane esistenza
quando, dalla speranza accompagnata
per folta di dottori la presenza,
entrasti a partorire in ospedale
all’ombra ed al riparo della scienza.
Ma il parto non fu lieve. E fu reale
che i figli che tu tanto ebbi aspettato,
l’uno gemello all’altro in tutto uguale,
se non estratti, t’avrebbero ammazzato.
In preda ad un dolore lancinante
chiamasti aiuto, e il grido disperato
fendette l’aria e il cielo più distante.
Ma lì vicino, Valentina, l’uomo
dal niveo camice sul corpo aitante
parve lontano e assente dal frastuono
mentre ti contorcevi nel dolore.
Solo auscultava il cuore, chino e prono
del tuo bambino, perché quel dottore,
indifferente di quel tuo patire,
insieme a tutti gli altri era obiettore.
Forse una breve pausa nel soffrire
ti fece intraveder la verità,
ma troppo tardi adesso per fuggire.
Per trenta ore te ne stetti là
a urlare di ricevere una cura
e a reclamare almeno la pietà.
Ma in quella sala bianca di tortura
pervasa dall’amore del pietista
ti venne la risposta la più dura.
A tanto può la furia rigorista,
dell’uomo intruso dalla religione,
giunger da fargli perdere di vista
perfin la naturale compassione.

sabato 22 ottobre 2016

IL CONCORSO PUBBLICO



Riaprono i concorsi,
assumerà il Comune;
l’ha detto nei discorsi
il fiorentino nume.
Perfino la Provincia,
anche se malandata,
s’adegua e ricomincia
la solita infornata.
La tiepida speranza
adesso si ravviva:
si libera una stanza
nella cooperativa.

giovedì 13 ottobre 2016

FO



A me quell’uomo m’ha tenuto a balia,
prima però che fosse censurato.
Girava pei teatri dell’Italia
e non è stato mai né misurato
né servo del padrone del momento.
Io, Dario, lo ricordo molto amato,
quando irridente e coi capelli al vento,
parlava quella lingua universale
lucente e chiara come fosse argento.
Lui lo sapeva dove stava il male
e lo diceva con le sue parole,
fatte di miele mai, bensì di sale.
Ma in un paese di cotanta prole,
chi critica il potere e il Vaticano
e onesto con se stesso stare suole,
di solito non va tanto lontano.
E infatti fu la fredda terra Svea
che seppe riconoscer l’Italiano.
Che s'aspettava noi... sai che canea!


martedì 11 ottobre 2016

LA COERENZA



La coerenza agli imbecilli
non s’addice neanche un po’
perché tra spergiuri e strilli
dicon che chi dice no

e la vecchia idea non storna
agli stupidi appartiene
e soltanto a chi s’aggiorna
la politica conviene.

Ma nessuno gli ha mai detto
che se cambi molto spesso
sei soltanto un poveretto
o uno che mi vuol far fesso.

lunedì 3 ottobre 2016

NOSTALGIA



Dopo piogge di cieli distanti
e di strade affollate di gente
quando i giorni si fanno pesanti
mi diletta la ruota ruggente

sotto il murmure tuono che sfugge
lungo il vasto  mantello annerito,
che sospinta da un duolo che strugge
mi riporta nel simbolo avito.

Riconosco dei monti il contorno
e le loro pendici scoscese;
le colline che a loro d’intorno
li circondano in vaste distese

e ravviva il conforto del cuore
dell’infanzia la gioia innocente
perché mai il ricordo non muore
come l’acqua da fonte sorgente

se profonda la falda la spinge.
C’è qualcosa che sempre rimane
ed il tempo passato non stinge
che riguarda le origini umane.