Personalmente già dal tempo in cui si sono
cominciati ad uccidere i redattori dei giornali satirici, che nel bene o nel
male esercitavano un diritto conquistato in occidente dai difensori della
libertà contro l’oscurantismo, mi sono fermato a riflettere. E oggi, dopo
l’ennesima strage di innocenti, mi chiedo se anche coloro i quali pensarono allora
che in fondo se l’erano cercata, adesso si fermeranno a farlo. Se faremo ancora
in tempo a salvarci dipende infatti dalla presa di coscienza di un pericolo, e non
tutti sembrano percepirlo.
Quando milioni di persone di cultura e
religioni diverse premono per entrare, rischiando addirittura la vita, non è
più tempo però di discussioni sterili. E una democrazia che vuole accogliere
chi democratico non è, deve essere una democrazia che puntella e protegge con
convinzione le proprie fondamenta.
Solo un robusto recinto mantiene gli armenti
al pascolo ed impedisce che si scontrino. E questo recinto si chiama Stato
laico. Uno Stato nel quale tutte le religioni siano possibili, purché non
interferiscano nella sua gestione e ne rispettino le leggi.
La posizione dei nostri governanti, però, è
ben diversa. Essi cedono sempre, e se non fosse che alienano ciò che altri
hanno conquistato con il sangue, sarebbero solo patetici. Davanti alla chiesa cattolica,
che strilla più di tutte da sempre il
suo preteso diritto di occuparsi della cosa pubblica, hanno ormai rinunciato a
qualsiasi dignità. Come si potrà impedire, allora, che non lo pretendano anche
gli altri? Vedremo le mezzelune accanto ai crocifissi nelle scuole ed avremo
insegnanti di religione musulmana pagati con i soldi delle tasse di tutti i
cittadini? Verranno gli imam a benedire
negli uffici pubblici? Avremo leggi diverse a seconda della religione che
praticano i cittadini? Saremo curati da medici testimoni di Geova che non faranno
trasfusioni perché obiettori?
A differenza di quello che vogliono farci
credere, le religioni non potranno mai andare d’accordo tra di loro. Esse
contengono, infatti, al loro interno
l’innesco del conflitto, poiché si arrogano il possesso di un bene salvifico e
indivisibile: la verità. Ma come una barca non si può dividere in due, poiché
in quel caso non si salverebbe più nessuno, così la verità non si può dividere
tra le varie religioni, ed una soltanto ne vorrà mantenere il possesso, contro
tutte le altre.
È interessante osservare come si dipani lo
sforzo di alcune intelligenze per dimostrare l’indimostrabile. Che la religione
non c’entra con la violenza, e che chi uccide gli infedeli nel nome del suo dio,
in realtà intende qualcosa di diverso da quello che proclama. Ma chi vuol fare
questo si arrampica solo sugli specchi. Poiché sarebbe come voler dimostrare che una rampa per missili
sia un pulpito per prediche di pace. Certo, esso può essere usato anche per questo,
ma non è quella la sua origine. La religione monoteistica è nata proprio per
trasformare gli uomini in strumenti nelle sue mani. E solo a questo scopo,
nonostante qualche ascetico riformatore successivo che però è stato fatto fuori,
fu modellata in tante forme dai diversi poteri che l’hanno diretta. Si legga la Bibbia. Ci vuole la religione,
infatti, per far commettere ad un uomo buono i peggiori delitti. Che cosa
sarebbe altrimenti il marchio dell’appartenenza che viene appiccicato sin dalla
nascita a bambini innocenti, per farli sentire diversi tra di loro? E che cosa
l’indottrinamento a cui vengono sottoposti, fin dalla più tenera età? Datemi un bambino prima dei sette anni e ne
farò quello che voglio, diceva un illustre gesuita. Il battesimo, la
circoncisione e qualsiasi altro rito di iniziazione, non sono se non segni del
potere di una casta di preti sugli esseri umani. E se oggi questo potere non
viene usato in Europa è solo grazie allo spirito dell’Illuminismo, che ha
pervaso la nostra cultura occidentale e ci ha aperto gli occhi. Ma non è
affatto escluso che non si riveda all’opera, come lo fu nei secoli bui dei
roghi e delle scomuniche reciproche. Il sonno della ragione genera mostri.