Lo smascheramento del
razzismo italico è l’effetto collaterale della dissennata politica migratoria
degli ultimi governi. I quali, senza preoccuparsi di organizzare una
accoglienza seria, hanno illuso milioni di africani a rischiare la vita, per un
futuro più incerto di quello che avrebbero avuto a casa loro.
Razzismo non diverso da
quello teutonico o israeliano o nigeriano, ma presente nel consesso comune
dell’Homo sapiens. Capace di azioni sublimi e crudeli efferatezze.
Chi ha riempito le strade di
parcheggiatori abusivi, i parchi di spacciatori e le stazioni di sbandati che
vi dormono all’addiaccio, non ha considerato il timore legittimo dei cittadini.
Né il primo dovere dei governanti: quello di garantire la loro sicurezza.
Ma la signora che ha aizzato
i cani contro il vu’ cumprà inerme sulla spiaggia, è stata mossa da qualcosa di
diverso dalla paura. E come lei, tutti coloro che non vedevano l’ora di
riversare l’odio che gli circola nelle vene, come galline nel pollaio, sul
primo derelitto che gli passa davanti.
Questi
sono mossi dalla cattiveria, una qualità equamente distribuita tra gli esseri
umani che, chi la possiede, non dovrebbe alzarsi dal letto la mattina. Per il
bene dell’umanità intera.