sabato 28 settembre 2013

LODE AL VINO


S’insinua tra i lamenti dell’estate
furtiva la stagione della vite
stringendo e raffreddando le serate
e vaga sale la malinconia
come le brume ai colli arrampicate.
La stessa che ti lascia chi va via
ed agita la mano al finestrino
del treno pronto sulla ferrovia
lasciandoti da solo al tuo destino.
E lenti passeranno poi i giorni
con quelle notti in cerca  del mattino,
il tempo nell’attesa che ritorni
col caldo intenso quella vita al cuore
ed il sinuoso volo degli storni
qual ombra che caudata oscura il sole.
Dirotta batterà la pioggia al vetro
frustando poi le impoverite aiuole
nel freddo del giardino buio e tetro
e scenderà quel gelido pallore
sui rami mossi al vento avanti e indietro
ad attenuar di strada ogni clangore.
Per questo si pulisce bene il tino,
che accoglierà ospitale il sacro umore
spremuto da quel frutto sopraffino,
laddove quel miracolo s’avvera
e dona all’uomo rattristato il vino
che lieta possa rendergli la sera.

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