domenica 5 maggio 2013

SOLITUDINE



Scende dalle parole a gocce
l’inchiostro amaro della sera.
Dal muschio verde delle dure rocce
come la fronda di una coltre nera.

E viene l’incoscienza della mente
mentre del mondo sfuma la presenza,
dei suoni che l’orecchio ormai non sente
e l’alba con la sua distanza immensa.

Sola gira la terra nella notte
come di volto orrendo il pipistrello
s’aggrappa con gli artigli nelle grotte
e appende quel pesante suo fardello.

Mentre dell’uomo il cuore si raggruma
e corre il tempo verso quel sentiero,
il mare grigio sbuffa e a volte spuma
coprendo di vaghezza quel mistero.

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