giovedì 14 novembre 2013

IL CANTO MANCANTE (Seconda parte)



     – Ma chi son questi? Chi è questa gente? –
porgo al poeta la domanda mia
e lui risponde assai pacatamente:
     – sono i dannati per pedofilia,
la feccia della triste faccia umana
e mancan dai gironi a causa mia –
     Sedevan costor dunque in posa strana
sul piano di trasporto senza lacci,
addosso solamente una bandana
     fissata bene al nastro tra i polpacci
e ai didimi legata stretta stretta.
Il resto pelle nuda e niente stracci
     in bilico, a rischiar l’anima abietta
ognor di penzolar per i coglioni,
se non si fosse sempre ben sorretta
     stringendo con le mani degli occhioni
fissati ad una corda sovrastante.
E sotto a loro diavoli e demòni
     ed una tetra bestia dal sembiante
di un laido e gigantesco formichiere
dall’aspra e scabra lingua rosseggiante
     al par di spada d’uno cavaliere,
che quando arriva l’anima dannata
gl’infila a mò di dardo nel sedere.
     Su quella mobil banda abbarbicata
giunge lei dunque dentro il cavernone
e avanza lentamente frastornata;
     fremono i satanassi ed il bestione,
vedendo calcitrare il disgraziato
tenuto bene a bada col forcone,
     mentre ch’alcuni diavoli di lato
riscaldan lo schifoso beverone
di cui il mostro sempre ghiotto è stato.    

CONTINUA

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