lunedì 21 ottobre 2013

RICORDO DI MIO PADRE



Spalanco gli occhi, fredda la mattina,
riverberando le pareti storte
bisbigli tra le stanze buie e smorte
e odore di caffè dalla cucina.
In piedi muto, fuori ancor la brina,
scalzo mi stò tra le sbilenche porte
e tu mi abbracci al petto forte forte,
mia madre muta e stretta a te vicina.
È gelido il piancito alla finestra
mentre di sotto, nella via Minore,
con la callosa mano da emigrante
trascini la valigia assai pesante.
La nazionale accesa e spento il cuore
scompari svelto nella via maestra.
Dal pianto della mamma alla mia destra
io l’ho capito però babbo, sai,
ciò che ti spinse a non voltarti mai.

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