lunedì 28 ottobre 2013

A UN EX ASSESSORE




Cinque minuti prima della fine
a quel convegno io ti vidi entrare.
Giacca marrone, scarpe in tinta affine,
callido l’occhio, intorno per scrutare
dove si fosse il tanto ambito loco
ove saremmo andati per mangiare.
Parlai d’ambiente solo ancora un poco,
essendo io quel giorno il relatore,
e a tavola, tra il chiacchiericcio roco,
riempisti la tua pancia da assessore.
Becere le battute da caserma
che ci facesti poi sorbir per ore.
E adesso sulla pagina malferma
la leggo sul giornale che ho comprato
della notizia infine la conferma:
che la richiesta di quel magistrato,
dopo una lunga indagine severa
che non aveva mai punto archiviato,
è stata di quattr’anni di galera
esposta con estrema precisione,
la voce ferma e la postura altera.
Pensavi d’esser furbo e sei coglione?
Ma sei solo d’Italia un deprimente
emblema del declino e la ragione.
E fosti pure vice presidente!
Si strugge chi ti scelse d’afflizione.
Io non lo so se tu sei innocente,
ma avendo conosciuto il tuo passato
mi lascia il tuo destino indifferente,
come l’altrui per te sempre lo è stato.


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