lunedì 18 aprile 2016

UN PAESE IN CONFUSIONE



Me ne stavo assai tranquillo
con di fronte il mio bel mare
senz’affanno o agitazione
quando i miei rappresentanti,
che lavorano in Regione,
mi sconvolgono la vita
per il rischio che il petrolio
possa un giorno tracimare
e distruggere la costa
che ci nutre e fa campare.
Corro dunque dritto al seggio
indignato e ben deciso
a mandare un bel segnale
istintivo ed evidente
al governo nazionale,
che per un litro di greggio
ha venduto ed ha deriso
l’interesse della gente.
Ma la mia prima impressione
nel silenzio generale
mi rapisce immantinente.
M’aspettavo un gran raduno
di elettori imbufaliti
spinti dall’indignazione,
mentre invece alla chiamata
che han lanciato i loro eletti
a votar non c’è nessuno.
Dico, ohibò, qui si rasenta
una gran contraddizione.
Perché se l’eletto mio
è soltanto un gran coglione,
poiché lui mi rappresenta
son coglione pure io.
Che cos’è che lo spaventa
di fermare la trivella
al concittadin restìo
non ne trovo la ragione,
se non che in televisione
non son stati molto chiari
nel fornir l’informazione.
Anzi, sono stati tanto avari
di qualsiasi spiegazione
che mi viene da pensare
che qualcuno abbia frainteso,
nell’enorme confusione,
quel che si sarìa sospeso
d’ora in poi di trapanare.

Nessun commento:

Posta un commento