mercoledì 13 aprile 2016

A GIANROBERTO




Non si conosce il peso che lo spinge,
ma poi si sente il turbine del vento
e pure se s’ignora ove esso attinge
più tersa l’aria rende in un momento.
E come per l’enigma della sfinge
che dopo tanti secoli è memento
l’afflato che ti mosse e che non stinge
sarà motore immoto al movimento.
Ai barbari s’addice la violenza
che sol distrugge come la marea
e lascia in lutto e pianto la città,
a noi la tua lezione di sapienza
che non c’è alcun padrino d’un’idea
se questa è buona per l’umanità.

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