mercoledì 20 aprile 2016

TALK SHOW



S’incomincia piano piano;
ci si guarda e si saluta
con estrema discrezione
e persino ci s’aiuta,
perché c’è l’educazione.
Ci presenta gl’invitati
il facondo conduttore
che dà il via alla trasmissione.
Quando il primo dice A,
B risponde allora l’altro
con la voce assai suadente
che lo rende meno scaltro.
Guarda in giro il dirigente
per comporre la questione
finché trova una risposta
nel silente truciaone
ch’è venuto proprio apposta.
Come un orso nella gabbia
egli sembra dir con C
che quell’altro è un gran caprone.
E, palpabile…, la rabbia
sale con la confusione.
L’uno all’altro grida in faccia
e poi strillan tutti insieme.
Chi si leva e chi sbraccia,
chi protesta e chi s’indigna
chi i suoi denti li digrigna
e distorce la boccaccia.
Anche l’aria dentro freme,
il microfono è impotente
mentre s’urla più di prima
con il pubblico esaltato
per la troppa adrenalina
consumata nel frangente.
Con il limite è saltato
ogni freno inibitore
nella calda redazione
ed il grande imbonitore
reso ancora più indecente
fa passare ogni versione
nel cervello della gente
che assopita sul divano
forse già da troppe ore
ormai manco più la sente
quanta mortificazione
si deposita pian piano
sullo stanco ascoltatore.

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