Scatto una foto e un prete in gita sbotta
perché l’affresco della chiesa turba
la vampa luminosa, e mi rimbrotta;
e più mi scuso… più lui mi disturba.
Passa del tempo e dentro la suburba
io vedo sciabolare in una grotta,
d’affreschi piena e d’un’ombra furba,
fasci di luce fredda ininterrotta.
Allora m’avvicino lentamente
a quel che scatta la fotografia
e scopro ch’è lo stesso deficiente,
che sguscia nel vedermi via silente.
Gliel’avrà detto la telepatia
il vaffanculo che ci avevo in mente?
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