sabato 12 luglio 2014

VERGOGNA


Tempo ci ho messo un po’.
Cos’era poi la spina
che mi pungeva il fianco
e che mi spinse tosto
a spegner la vetrina
di quel collegamento
d’Europa al parlamento,
capito infine l’ho.
Per le parole matte
che andava ciangottando
il nostro Presidente,
in un inglese astratto
da fiorentina gente,
m’è apparso per incanto
nel modo in cui si sogna
un nome solo, ratto:
vergogna e poi vergogna!
E un grido dal profondo
venuto da lontano
sorse dentro di me:
ma come, ma perché
non parla in italiano?


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