martedì 20 maggio 2014

L'AMOR SCIPITO


Le velate tue protese
chiappe bianche e turgidette
e a salire le due tese
aggettanti collinette,

che per leggi sempiterne
d’uno codice mai scritto
tu declami a rime alterne
con lo sguardo sempre dritto,

fendon l’aria al tuo passaggio
come l’amo della lenza
fa con l’acqua del pescaggio,
nella subdola movenza

cui resistere non sa
il subacqueo abitante,
che con cieca voluttà
vi s’aggancia al primo istante.

Ben più in alto però guarda
chi conosce il tuo veleno:
ché la piega che infingarda
tu non puoi tenere a freno

nell’enfiate labbra tue,
d’alterigia od ambizione
o talvolta tutte e due
son la causa; e l’intenzione

che la mente tua ci cela
d’aggraziar la vanità
col raggiro, lei disvela,
ed usando la beltà.

Ogni secolo ha il suo emblema
nel tenzone dell’amore
sempre fonte di patema
a chi forte batte il cuore;

così furonvi il devoto,
il romantico e il cortese
fino a quello arido e vuoto
privo affatto di pretese

che distingue i tempi nostri,
ben diverso dall’avito
e che bene tu dimostri
bimba: l’amore scipito.

Nessun commento:

Posta un commento