giovedì 13 febbraio 2014

LA BARAONDA


Di rimbalzo mi si inficca
a due dita dalla gola
quel proiettile che spicca
fuori dalla tua pistola;

tu sorridi ed io con calma
dico a voce assai severa:
non si punta addosso l’arma
anche s’essa non è vera.

Guarda e ride tuo fratello
nulla dice la nonnina
mentre tu tra questo e quello
mi rispari come prima.

Nipotino mio diletto
se continui mal mi fai
odi quello che ti ho detto
smetti di spararmi, dai!

Ma l’invito non affonda
nella zucca tua piccina
e un’intensa baraonda
lentamente s’avvicina.

Quello strepito all’interno
aumentato a dismisura
si trasforma in un inferno
senza più nessuna cura;

son colpito sulla testa
son colpito nel decoro
né la furia più s’arresta
né per me c’è più ristoro.

Ella muta par che rida
sornioncina sotto i baffi,
il fratello guarda e sfida
ed aspetta che m’abbassi

per schivare quel furore
ormai più senza controllo
che colpisce senza cuore
con la mira sempre al collo

fino a quando repentino
io gli afferro e stringo il dardo
e zittisce il poverino
all'inaspettato azzardo.

Speranzoso adesso  guardi
che s’allenti la mia presa
ma dagli occhi miei beffardi
s’intravede una sorpresa.

A osservarlo mi abbandono,
è verdino, lungo e bello
e nell’aria manco un suono
quando io te lo sbrindello

con piacere a te davanti
senza proferir parola
mentre tu con gli occhi affranti
butti via la tua pistola

e ti getti disperato
in un pianto assai dirotto
per fiondarti tutt’un fiato
dalla mamma tua di sotto.

Non c’è spiegazion di sorta
quando tu te ne vai via
la tua nonna gattamorta
ha una crisi d’isteria

e mi strilla là per là
che lo vede, che lo sente
che da qualche tempo in qua
non capisco io più niente

mentre Jago interpellato
come fanno i legulei
dice serio ed aggrottato
che ha ragione solo lei.

Sale intanto la mammina,
ragazzina tanto amata,
tiene al figlio la manina
e mi guarda disperata

come dir: che cos’hai fatto
al mio povero bambino?
e la nonna: è un mentecatto!
dice in mezzo a quel casino.

Son reietto e biasimato
privo d’ogni comprensione
quando triste e sconsolato
vado verso il mercatone

dove quell’infausto giorno
han finito le cartucce
e mi tocca far ritorno
per la strada di Babbucce

con in mano un pacchettino
che contiene due pistole
da elargire al furbettino
luccicanti nuove nuove

affinché prendendo il dono
e sperando che gli piaccia
mi conceda il suo perdono
e che non mi spari in faccia.

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