Ne scrutan di sottecchi la presenza,
la voglia mascherata di disprezzo.
Scostante e indifferente la parvenza,
ma l’intenzion tradita dall’olezzo.
Li strugge con il tempo quel rovello
e chiaman libertà provocazione,
perché non si può spegnere il cervello
se prima non t’inventi una ragione.
Punge l’invidia a odiar quella bellezza
che sfolgora ed incede per la via.
Cresce la rabbia e aumenta l’amarezza
per quella grazia e tanta leggiadria.
Poi monta tra di loro l’invettiva
ed il dileggio incalza prepotente,
nella triste contezza collettiva
che pur volendo non avranno niente.
Increspa allora il labbro l’abiezione
e spunta quel sorriso supponente,
mentre tracima forte l’emozione
che acceca insieme il cuore e pur la mente.
E afferran gli animali quella preda
che chiamano oramai solo puttana,
senza che alcun di loro mai s’avveda
d’essere oltraggio per la razza umana.
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