Dopo piogge di cieli distanti
e di strade affollate di gente
quando i giorni si fanno pesanti
mi diletta la ruota ruggente
sotto il murmure tuono che
sfugge
lungo il vasto mantello annerito,
che sospinta da un duolo che
strugge
mi riporta nel simbolo avito.
Riconosco dei monti il contorno
e le loro pendici scoscese;
le colline che a loro d’intorno
li circondano in vaste distese
e ravviva il conforto del cuore
dell’infanzia la gioia innocente
perché mai il ricordo non muore
come l’acqua da fonte sorgente
se profonda la falda la spinge.
C’è qualcosa che sempre rimane
ed il tempo passato non stinge
che
riguarda le origini umane.
Nessun commento:
Posta un commento