lunedì 23 novembre 2015

STUPACCEPALIN


En c’era sol cla volta i aquilon,
mo c’erne anca i stupacc e le palin
tra i gioch che facevam p’i vigulin
o tle piassett opur in ti torrion.
Guatti guatti, nascosti in ti porton,
sa l’occh de guardia dietra ‘n buganin,
 odiati cum la rogna dai spassin
p’la carta ch’i gontava dai bidon.
E quand’argivi a casa, ch’era sera,
sonaven tla saccoccia le palin
c’movevi tutt content tra i dit dla man,
cum quant avessi vint chisà sa ch’era!
E te pareva anca più bella Urbin,
quand givi a lett per arcmincé già dman.





Della serie: Quel c’marcord d’Urbin




Traduzione



Stoppacciepalline



Quella volta non c’erano solo gli aquiloni
ma anche gli stoppacci* e le palline
tra i giochi che facevamo per i vicoli
oppure nelle piazzette o sui torrioni.
Rinserrati e nascosti nei portoni,
con l’occhio di guardia attraverso una fessura,
odiati come la rogna dagli spazzini
per la carta che gli tracimava dai bidoni.
E quando la sera tornavi a casa
suonavano in tasca le palline
che muovevi tutto contento tra le dita della mano,
come se avessi vinto chissà che cosa!
E ti sembrava anche più bella Urbino
quando andavi a letto per ricominciare il giorno dopo.




* Stoppaccio = Cono di carta da sparare con la cerbottana.

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