venerdì 27 novembre 2015

IN MEMORIA DI VALERIA




Quando si strappa un fiore dalla terra
si toglie un po’ di luce dal giardino
così nella penombra appare guerra
l’odio feroce d’un perfido assassino.

Ma quando incalza forte il temporale
e li divelle tutti ad uno ad uno
e non è solo l’artefice del male,
dal buio non si salva più nessuno.

Lo strepito e il ruggir della tempesta
si sente allora ovunque a noi d’intorno
ma non s’accorge della notte pesta
colui che non ha mai veduto il giorno.

Uomini vaghi, dal pensiero scalzo,
faziosi sia per l’odio e il pregiudizio,
vissuti solo e sempre di rimbalzo
con l’occhio fermo al calcolo ed al vizio;

ciechi tra ciechi, su superbi lidi,
ci guideranno adesso  oltre la china?
Ma senza alcuna luce che li guidi
come la troveranno la mattina?

Non c’è bellezza dove c’è il rancore
come non c’è la terra in mare aperto
e dove non rampolla mai  un fiore
c’è solo oscurantismo ed il deserto.

Per questo è molto facile predire
che non avrà speranza la nazione
che non conosce il modo d’impedire
di nuocere ad ogni religione.

Ebbe l’Italia ben diverso abbrivio,
di questi numi di democrazia,
mandati da chi vive nell’obblivio
ad inchinarsi alla teocrazia,

aprendole le porte piano piano
nel nome santo della libertà,
senz’ aver dato al popolo italiano
il sacro germe della laicità.

Antidoto prescritto dalla storia
contro i nemici dell’umanità!

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