domenica 18 ottobre 2015

LA FESTA



Tante persone strane,
dico tra me esitante,
o forse manco un cane,
le mani sul volante,

forse lì ci sarà.
L’autodromo imolano,
lasciato a gente in mano,
che inneggia all’onestà.

Grandi cartelli gialli
che dan la direzione
e poi tante persone
scendono poggi e calli

e dentro, la sorpresa,
per l’organizzazione.
La birra in fila è presa
e senza confusione,

senza sporcare nulla.
Su palchi improvvisati
con modi inusitati
che usciti dalla culla

usano come frusta
il micro tra le mani,
non vedo veterani
dell’epoca vetusta

né relatori anziani,
ma vispi ragazzini
che mostrano il coraggio
e non i deretani

a chi li vuole servi
e non esseri umani.
Non fumo di salsicce
o di televisioni

largito a dei coglioni,
ma critica feroce
di chi sa i suoi diritti
in questa Italia atroce

soltanto conculcati
se non raccomandati.
Non lezzo canforato
d’esimi professori

che parlan d’ ignoranza
dal prominente petto,
ma comica brillanza
d’un agguerrito insetto

e l’arte più modesta,
che lenta prende forma
nel cuore della festa,
premiata anche a Stoccolma,

piena di troppi sguardi
che fremono in avanti
e pur se adesso è tardi
esclami: ma son tanti!

La strada si è smarrita,
penso tra quel mistero,
credevo per davvero
che fosse già finita?

Lo scialo ancora c’è
ma c’è una soluzione
mi dice un ragazzone;
e adesso sai dov’è!

Si deruba tuttora,
e c’è ancora chi spara
in questa Italia amara.
Non credi che sia l’ora?

Il debito si accresce,
ancor c’è il privilegio
non senti tu lo sfregio
di chi non ci  riesce?

Se vai per un lavoro
e lo trovi emigrando;
quando ti chiedi quando
ci sarà più decoro?

Tra le tante persone
che ora vedon nero
ci credi per davvero
che ci andrai tu in pensione?

E se soltanto il peggio
vince sempre il concorso
non credi che al sorteggio
sia giusto far ricorso?

Fratelli miei dolenti
non ci faran votare,
ma se guardate il mare
si ergono possenti;

frementi mie sorelle
l’Italia ch’è malata
può esser risanata
da queste cinque stelle.

Nessun commento:

Posta un commento