lunedì 1 settembre 2014

LA MERITOCRAZIA



Sono pervaso da un atroce dubbio
da quando c’è fermento e agitazione
tra chi amministra la democrazia;
e non son solo! Alberto, che interpello
a volte, sulla meritocrazia
la pensa proprio come il Menestrello.
Stiamoci attenti amici, a non strafare;
questo è un paese strano, le regole
europee non posson funzionare
laddove c’è rimasto un sol valore
unificante dalle alpi al mare:
quello del familismo corruttore.
Bisogna invece fare come al lotto,
assumer gente con il bussolotto.

2 commenti:

  1. diceva Montanelli,che le uniche istituzioni italiane dove premiavano il merito e riconoscevano le competenze erano i bordelli !!!!!!!

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  2. In Italia come credo molti mi potranno dare ragione c’è qualcosa che non funziona, nelle aziende, negli enti pubblici, nelle scuole, si parla tanto di
    meritocrazia, e cioè quella forma di premio sociale se cosi possiamo definirlo che viene riconosciuto alle persone più meritevoli, talentuose.

    Si fanno lodevoli iniziative per sventolare questa bandiera ma poi alla fine quelli che salgono sul podio, sono sempre persone di dubbia capacità, mentre chi realmente dovrebbe stare li, aimè non riesce ad emergere, ad affermarsi ed è costretto ad andare via.

    Purtroppo l’Italia è destinata a fallire proprio perché la meritocrazia per ragioni sociali non riesce a nascere.
    L’Italia come denunciato da molti è un paese basato sulle raccomandazioni, tutto questo è diventato una piaga sociale che incide su tutta la nostra economia.

    Un paese in cui vengono premiati, avvantaggiati, individui il più delle volte disonesti, incapaci, irresponsabili, è destinato al declino.
    Un paese dove vanno avanti i cosiddetti furbi non può avere futuro.
    Tutto questo avviane in quanto in Italia manca quella cultura della sana competizione ed il rispetto delle regole senza la quale la meritocrazia non nasce.
    E’ un po’ come parlare di due aziende, una onesta che rispetta tutte le regole, l’altra diciamo furbetta, che non rispetta le regole, alla fine quella onesta dovrà chiudere perché non potrà mai competere con quella furbetta.

    Stessa cosa nelle scuole, gli studenti eccellenti sono sempre meno, giustamente rimangono delusi dalle aspettative che una società basata sulle raccomandazioni può dare loro.
    Sanno già che hanno perso in partenza, quindi studiano meno o chi studia sa già che dovrà in futuro andare all’estero per trovare un lavoro.
    Sicuramente verranno pesati e valutati giustamente.

    Ora ci si mette in mezzo anche la crisi e la parola meritocrazia sembra più non avere senso, eppure la crisi che stiamo attraversando in Italia e ben lontana da quanto accade fuori dai nostri confini, e legata ad una incapacità cronica di crescere da parte della nostra economia.
    E legata ad una incapacità del rispetto delle regole.

    L’anti crescita della nostra economia e dovuta proprio alla mancanza dei valori di meritocrazia e di rispetto delle regole, che taglia le ali ai nostri talenti.
    Tutto andrebbe ridefinito, scuole che siano a vantaggio degli studenti, leggi che puniscano i furbetti, azioni sociali che premiano i talenti.
    Il primo cambiamento dovrebbe avvenire dalle istituzioni, ma anche dagli italiani che dovrebbero aver capito che cosi non si può più continuare.


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