lunedì 18 agosto 2014

SALENTO


Da un Angelo mi vinni chist’iddia
d’uno tacco che scalcia versi duri
come i vibranti colpi dei tamburi
nelle notti d’agosto di Grecìa.
Duri come la terra solatìa
e come i sassi dei solinghi muri
viaggiano alitando sugli scuri
ulivi dell’antica Messapia;
sull’arida campagna abbandonata
sui fichi tondi con le spine al vento
e sulle case bianche di calcina
per scomparire in corsa disfrenata
nel mare fondo e azzurro del Salento,
terra di gente ancora genuina.

3 commenti:

  1. Intorno brucia la canicola
    Il silenzio ricopre la campagna
    Qualche cicala …canta…
    Lì sotto gli ulivi
    L’anima mia si apre a te
    Terra mia
    Bellissima ed avara

    Voglio cantare te
    Il mio sole
    Il mio mare
    Gli ulivi e i vigneti
    Gli estesi agrumeti
    Voglio cantare l’estate…
    Espressione di vita
    La primavera …
    esplosione di colori
    l’autunno …
    e la sua malinconia
    l’inverno …
    e l’intimità del cuore

    Ti amo mia terra
    Che ti distendi nel mare
    E ti lasci bruciare dal sole
    O baciare dall’onda fluente
    O tormentare dal vento
    Mentre sonnecchi tra gli ulivi
    E la cicala canta
    l’eterna ninna nanna

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