venerdì 21 marzo 2014

IL MONDO SOTTOSOPRA



Lo so che non si dice
e non mi piace la volgarità.
Però oh, …di rado, qualche volta
la vita te la strappa proprio fuori
ed anche il cuore, se ce l’hai, ti si rivolta.


Per caso ci son cascato
dove la luce l’accendeva lei
nell’ultimo spezzone
di un lavoro trascinato a lungo
prima della pensione.


C’era una particolare impostazione
lì…Gente strana assai
vedevi vagolar per quelle stanze
e un modo poi di fare
che forse avresti detto… stravaganze.


Anche se intorno a me
nessuno pareva soffocare
e in molti stavan proprio a loro agio.
Così che quelli allora i più diversi
non eravamo in tanti, col peso del disagio.


Ma per davvero quella ci credeva?
Che quando andavo io al posto suo,
oh quante volte, son sincero, che lei maai,
o per un compleanno di suo figlio
anche più volte all’anno, oppure sai


perché malata, dicevo, ma davvero
ci credeva che noi ci si credesse
a quelle scuse? Dai! Che lo scopra
solo ora che noi le subivamo nel silenzio
le sue cazzate del mondo sottosopra?


Dove vigeva quel sistema dove
la gente che non faceva un cazzo
non la trovavi certo tra i più bravi,
ma solo dove gronda il portafoglio,
lassù…tra i direttori generali.


C’era un commercio lì, quasi una fiera,
e ognuno a farsi sempre i fatti suoi;
chi si telefonava alla ragazza
e chi fotocopiava libri interi
e pure chi, baggiato, andava in piazza.


E poi le leggi, sempre in confusione;
statali, regionali, ultralocali,
per ogni parolina, un’interpretazione.
- Ma questo…che vuol dire?
- Indici una riunione!



- Con chi? Avete un’avvocata!
-  Mi chiama il Presidente.
Sogghigna la pazzia
e il cittadino aspetta:
è la burocrazia!


E sempre indaffarata lei, sempre
dalla politica contesa, tanto
il suo lavoro, ben lo sapeva
che ci sarebbe stato
chi glielo faceva


mentre che s’approntavano progetti,
o incarichi improvvisi e stralunanti
oppur s’organizzavano i congressi,
dove si spendono insomma quelle tasse
che vengon fuori dagli stessi fessi.


Ci stava pure, pensa, chi poteva,
in forza della sua disposizione
ed alla confidenza aduso,
timbrar da casa l’ora dell’ingresso
sia pure con l’ufficio ancora chiuso.


E poi tornati dall’ufficio personale
gl’inutili reclami, perché: “Boh?
L’avrà autorizzato!?”. Ma… ci crede?
Sì? Ecco la gente che fa carriera qui.
Dove certo sta meglio chi non vede.


Arcani di provincia, piccoli esempi
d’un andazzo che se per anni dura
arriva, oh se arriva quell’istante
che dici: ma come si fa? Quando
le palle si romperebbe un elefante,


a vedere un che vien pagato
tre volte tanto quel che prendi tu,
andare in giro mentre i deficienti
lavorano, a leggere i giornali
e a romperti i coglioni coi commenti?


Li ascolti più i discorsi vacui?
Ci credi ancora nei regolamenti
che scrivon sol per noi, se l’assessora
insiste sol con lei perché la chiuda
quell’attività, in culo a chi lavora?


Come? Anch’io? Certamente,
come l’orchestra dietro al dirigente.
Suvvia, … non son compiti tuoi?
Cosa? Dare l’esempio cari. Dare l’esempio!
E poi la punizione. Però prima… per voi.

Nessun commento:

Posta un commento