Da Verona, la ridente e rilassata città medievale
del nord est padano, due eventi ci
offrono un grande insegnamento.
Prima la grande kermesse del pensiero
moderno. Con la partecipazione di grandi pensatori, provenienti dalle più
avanzate realtà del pianeta. E adesso, la più prosaica festività della gioia,
dedicata a Bacco ed ai suoi estimatori.
Che cosa hanno in comune queste due realtà, apparentemente
in contrasto tra loro? Semplice: i partecipanti. Le stesse persone, infatti, che
nella prima urlavano e imprecavano le une contro le altre, gettandosi addosso odio
e scorno a vicenda, nella seconda brindano insieme in allegria e fratellanza.
Non è forse questo quello che vogliamo tutti?
Vivere in un mondo senza odio, dove la gente festeggia e brinda insieme, in una
accettazione collettiva che non è lesiva della vita degli altri?
Dovremmo incorniciare ed apporre alle pareti
delle scuole questo monito. Quando le azioni degli uomini sono guidate dallo
spirito divino, abbiamo la prima. Per la seconda serve invece uno spirito più
distaccato. Di vino, appunto.
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