sabato 20 dicembre 2014

PERDONA LORO ...




Incedo nelle brume novembrine
di Cracovia. Qui, dov’hanno innalzato
Auschwitz e Birkenau. E le tazzine
smaltate di Schindler han fabbricato
milleduecento ebrei e giudaìne.
M’aggiro in questi luoghi rattristato,
visito il Ghetto e le sue stradine
che il tacco più feroce ha calpestato.

Muri scrostati nell’ora che tramonta,
dove l’acqua piovuta fin d’allora
non è bastata per lavare l’onta
e quel ch’è stato lo si vede ancora.
La piazza del raduno, ove s’appronta
il carro che l’umanità disdora
ed una madre, che la furia affronta,
cadendo sul selciato nell’aurora.

La carne spappolata dal bastone,
la Vistola coi corpi assiderati
e la pietà, che morta non s’oppone,
al pianto trattenuto dei dannati.
Il cappio pronto per l’esecuzione,
i bimbi dalle madri separati,
il treno minaccioso alla stazione
e il riso divertito dei soldati

che dei vagoni piombano le porte.
Visi schiacciati contro gli spioncini
nella disperazione per la sorte
di madri, padri, mogli e dei bambini.
E poi l’odore acre, intenso e forte
d’una vergogna senza più confini
nel viaggio cieco, che conduce a morte
la tanta gente dai tragici destini.

Però attende l’ordigno criminale
il sacrificio della consunzione,
la gloria in terra dell’estremo male,
prima della finale soluzione.
Si sciolgono così come di sale
i numeri che furono persone,
l’animo sbigottito ormai e frale
per l’impossibile sopportazione.

Appesi per le braccia i fuggitivi
o folgorati dalla rete infame,
alcuni sotterrati ancora vivi,
altri caduti per la lunga fame,
lasciano il posto per i nuovi arrivi;
per i padroni mucchi di letame.
S’ergon così sempre più cupi i clivi
di morti abbandonati come strame.

Mi taglia il viso il gelo della sera,
ma il mio piumino caldo lo trattiene.
Se questo è quello che anche allora c’era
chi scaldò loro il sangue nelle vene?
Traverso il fiume della città straniera
e imbocco strade, spero più serene.
Troppo dolore, penso. Chi genera
figli al mondo, fa sempre il loro bene?

C’è gente allegra nella gaia piazza
e un albero addobbato di Natale.
L’acquisto per le feste adesso impazza,
quando da una stradina laterale
giunge qualcun che urla e che mi spiazza.
Ce l’hanno col peccato più mortale!
e chiamano assassina la ragazza
che ha scelto di abortire all'ospedale.


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